(NOSTRA CORRISPONDENZA)

Trento, 10 giugno.

Lungo fu il silenzio dal vostro corrispondente e dopo l’ultima mia ne avete già intesa la causa. La catastrofe africana tolse la lena e fece anzi nascondere in un cantuccio chi desiderava ed aspettava altri eventi. Ora però che sulle sabbie africane il processo al nostro Baratieri dirà l’ultima parola sul conto del nostro duce più sgraziato che colpevole, vengo a segnarvi alcune cose da questi monti.

Anzitutto l’apertura della ferrovia della Valsugana ha portato tra noi un nuovo risveglio, ed un principio di novella vita. A frotte forestieri e terrazzani ascendono e discendono per la comoda via e nei comodissimi carrozzoni l’amena valle, e non si aspetta altro che il vostro Governo ci presti in breve avvenire la congiunzione con la linea di Bassano per abbreviarci la via alla bella Venezia. Dopo questo primo passo il Trentino aspira agli altri; i progetti dei molteplici nostri trams locali già belli e preparati con tutti gli studi occorrenti non aspettano che il benedicite del governo centrale e, speriamolo, verrà ed allora vi assicuro che le nostre vallate entreranno a gonfie vele nel moderno progresso in modo da farne del Trentino in piccolo un’altra amenissima Svizzera.

A coronare poi il nostro risorgimento aspettiamo ancora come ultimo colpo di grazia, l’autonomia amministrativa. E’ questo un osso ben duro a spezzarsi, ma sarà premio alla nostra perseveranza.

La necessità di tale autonomia è ora sentita perfino da tali che in passato ci davano degli utopisti; l’idee giuste camminano e chi non si stanca di sostenerle in tutte le vie legali e con tutti i mezzi possibili, non può a meno di vederle trionfare in un non lontano avvenire.

            Uopo abbiamo di unione, e sebbene i nostri eterni inimici si diano a tutt’uomo a metterci bastoni tra le ruote, il carro andrà fino al fondo. In quest’anno in cui avverranno le elezioni generali tanto al Consiglio dell’impero, come a quelle della Dieta provinciale, è più che mai necessario che le urne confermino col loro verdetto le aspirazioni generali del paese col dare a deputati uomini che in punto autonomia siano tutti d’un pezzo e d’un colore.

            Siamo certi che ciò felicemente succederà; le piccole tentazioni che ci vengono dai partiti estremi non faranno che cementare quell’unione che da tre anni trionfa e già dà segni evidenti presso i fattori competenti, che le nostre aspirazioni sono degne di premio.

Tridentino.

PS. Il vostro corrispondente K. vi scrive da Bolzano delle [feste centenarie] dell’alleanza del S. Cuor di Gesù colla provincia tirolese, e finisce con una nota stonata e cioè col lamentare l’assenza dalla festività dei sodalizi trentini col pretesto ch’essi sono autonomi. Intanto vi dirò che colà concorse il nostro Principe Vescovo ed i rappresentanti del clero; un concorso d’altra parte dei trentini non poteva dare appunto perchè noi non siamo autonomi. Ci si dia a noi parità di libertà dei tirolesi tedeschi, ci facciano in realtà fratelli in parti eguali, ed allora si vedrà mutarsi relazioni di buon vicinato. Dinnanzi all’altare noi non portiamo la politica, ma quando questa c’è dappertutto nel movimento della parte tedesca della provincia, noi stiamo a casa nostra e qui rinnoviamo il patto d’alleanza dei padri nostri giusta le prescrizioni dei nostri Vescovi con sincerità e con slancio di fede pari agli altri. Finchè come dissi sopra non ci fanno giustizia chi può o deve volere, è per lo meno una pretesa delle solite quella accennata dal vostro, del resto bene intenzionato, corrispondente austriaco.

Tridentino.

Soggetto produttore:“La Lega Lombarda”, n. 157
Data:13-14/06/1896
Pseudonimo:Tridentino
Descrizione:Articolo relativo alla guerra in Etiopia, alla nuova linea ferroviaria della Valsugana e alla richiesta di autonomia amministrativa per il Trentino. Nella parte finale si risponde al corrispondente austriaco siglato K. riguardo la mancata partecipazione dei sodalizi trentini alle celebrazioni dell’alleanza del Sacro Cuor di Gesù con la provincia tirolese.