DA TRENTO

(nostra corrispondenza particolare)

12 febbraio.

Che volete? feci silenzio sulle cose del Trentino, perchè fin qui era l’Africa che vi occupava giorno e notte. Visto che il cattivo giuoco s’allunga troppo e va perdendo di quell’interesse e di quel calore de’ passati dì, ripiglio le mie solite corrispondenze dalle Alpi di Baratieri, ove probabilmente verrà a finire la sua vita, interessante sempre, se non sempre fortunata.

In questa occasione della guerra africana, tutto il Trentino è solidale con voi del regno; non già solo parlando delle città, ma perfino nel più remoto casolare di queste Alpi non si parla che di Africa, di Baratieri, Toselli, Galliano, di abissini, ecc.; qual segno sarà desso? Un nostro montanaro mi rispose: Segno, che il sangue non è acqua!

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Ai 28 gennaio i nostri deputati astensionisti dalla Dieta provinciale si adunarono qui in Trento, tutti concordi tanto clericali che liberali per trattare il da farsi di fronte alle proposte assai poco soddisfacenti di autonomia fatte dal ministro presidente Badeni, e conchiusero approvando il contegno de’ nostri deputati al Consiglio dell’Impero di fronte al ministro, e di star duri nell’astensione finchè altre proposte migliori non si affacciano sull’orizzonte.     

Nel momento istesso che i nostri onorevoli prendevano questa seria e giusta deliberazione qui a Trento, invece ad Innsbruch il capitano provinciale li dichiarava decaduti dal mandato ed invitava il luogotenente a provvedere in proposito, cioè a far nuove elezioni. Queste però difficilmente si faranno prima di giugno, ma solo in autunno quando si faranno anche quelle pel Consiglio dell’Impero. Io non sono profeta né m’arrogo farlo; però vi posso dire che il Trentino tutto starà fedele alla consegna, e se non tutte le persone dei presenti deputati, almeno tutti i futuri eletti saranno di un sol colore « nazionale » e seguiranno la politica avviata, perché solo questa può portare un duplice bene; la concordia tra noi ed in fine l’autonomia.

Sarà questo un frutto ancora acerbo, ma che si maturerà, non v’ha dubbio, colla perseveranza. I nostri avversari politici tentano disfare questa concordia col pretesto che ne perde il cattolicismo, o che i cattolici non fanno con ciò che gli accoliti dei liberali, ecc.; ma vi so dire invece che noi clericali trentini non perdiamo in morale e cattolicismo a stare uniti ai nostri liberali più che essi ad essere menati a naso e far comunella con qualche esagerato insbrucchese. Del resto qui non è quistione di principii religiosi, nulla di nulla; qui è questione di mio e tuo, di giustizia distributiva, ed in ciò la concordia non solo va, ma è necessaria. I tedeschi stessi del Tirolo sono a noi trentini buoni maestri, e, se quod licet ovi, non licet bovi, è lecito di certo tra fratelli.

La presente sessione dietale, l’unica, che a ricordo d’uomo, non vede un’italiano presente, ci dà più di un argomento in mano per conchiudere essere impossibile il presente amalgama provinciale di tedeschi ed italiani.

Le ingiustizie commesse verso di noi nella presente dieta dovrebbero far aprire ancor di più gli occhi del governo centrale di Vienna per venire in nostro aiuto. In certi discorsi e parlate di qualche deputato più d’una volta si fece sentire l’odio di razza perfino, ed al male s’aggiunsero anche le beffe come avvenne quando si discusse di rinnovare i letti ai pazzi del nostro manicomio in Pergine.

Un’oratore combatteva la spesa col dire che gli italiani quando sono sani usano dormire sulla paglia, e dunque non si deve far del lusso quando diventano pazzi! E nessuno dei presenti ebbe parole di condanna o di rimarco a simile uscita ingiuriosa.

Oh quante volte queste scenate ci richiamano in mente la poesia sulla creduta morte di Silvio Pellico che ci fece piangere più d’una volta in gioventù! Ma pazienza! Domine Iddio fece sanabili le nazioni, lo ripeto ancora, e noi trentini non saremo certo degli incurabili eterni.

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Ai 20 gennaio si costituì presso questo Consiglio provinciale d’agricoltura la «Federazione delle Casse rurali e Sodalizii Cooperativi della parte italiana della provincia », vennero nominati i Consigli federale e di Sezione, e la Giunta federale e di sezione e si incominciò l’opera federale sotto fausti auspicii; però al presente sono circa 20 le casse rurali esistenti nel trentino e circa 60 le famiglie cooperative, società di acquisto e smercio e di consumo.

La prima Famiglia Cooperativa nasceva al primo luglio 1891 e chi l’avrebbe detto che al compire del primo lustro di vita sarebbe circondata da sì numerosa figliolanza non solo, ma ancora coronata da una Federazione. E’ tutta cosa nata dal popolo questa ed aiutata dal clero dei paesi rurali, ma che si avvicina ormai ad entrare nelle porte anche delle nostre città per aiutare anche qui operai e bisognosi.

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Il tempo è bellissimo: siamo in piena primavera; ed i buontemponi ne godono perché fanno carnovale senza pigliarsi un raffreddore. Il popolo nostro si dà ormai ai primi lavori della campagna, preparando i terreni per impianti di nuovi vigneti, riducendone di vecchi per avere sempre migliori prodotti in vino.

Dal 12 fino al 22 marzo avremo qui un secondo mercato di vini, il quale non v’ha dubbio, riuscirà ancor meglio di quello dell’anno scorso. Se qualcuno dei vostri lettori verrà a Trento in quei giorni, potrà gustare degli ottimi vini da stare alla pari dei migliori del regno, e se desiderasse un cicerone che lo accompagni alla mostra ed agli assaggi si esibisce gratis et amore il vostro

Tridentino.

Soggetto produttore:“La Lega Lombarda”, n. 45, anno 1896, 15/16 febbraio
Data:15-16/02/1896
Pseudonimo:Tridentino
Descrizione:Articolo relativo alla guerra in Etiopia, al rinnovo dei deputati astensionisti decaduti, alla costituzione della Federazione e al mercato dei vini a Trento.