Giudicarie, 31. dic. 1894

            Tutti eguali in anzi alla legge! – Benissimo. Noi, se non abbiamo fior. 300 di rendita netta, non siamo soggetti a contribuzioni nè erariali nè comunali. Ebbene, tale privilegio lo sia anche pei negozianti; ma anche a loro si faccia obbligo di tenere tutti i registri di entrata ed uscita quali li abbiamo noi e quali la legge prescrive, e questi registri sieno da ispezionarsi dalla pubblica autorità, come lo sono i nostri, e vedremo dove saranno i privilegi i guadagni.

            Noi, dicono essi, paghiamo la patente. Ma e noi? I 10, i 20 fiorini di bolli di iscrizione e di pubblicazione sulle gazzette ufficiali non li paghiamo forse noi, o ce li imprestano loro? Ogni semestre non paghiamo noi le imposte dirette all’i. r. ufficio delle imposte, e sulle quote sociali entrate ed uscite, ed il 2% sugli interessi pagati pei depositi a mutuo?

            Ma c’è sempre il fondo di riserva intangibile, esclama il sig. O. – Intangibile peggio di Roma. Perchè c’è il fisco che lo attornia ogni dì con occhio di lince per scovare il debole dell’imposizione; e quando esse non serve per ammortizzazione di debiti o di perdite, e fosse diviso tra soci, eccolo subito soggetto a tassazione. Dunque – le carte in tavola per tutti, e noi non saremo quelli che pretendono privilegi.

            Ce ne furono fin quì dei privilegi, ma non per noi. Ve ne saranno in avvenire? Sarà giustizia, sarà compenso; nel dizionario della scarpa grossa fin quì non è ancor scritta quella parola privilegio altro che nel senso di pagare e tacere – Amen.

plg.

Soggetto produttore:“La Famiglia Cristiana", n. 2
Data:04/01/1895
Pseudonimo:Plg.
Descrizione:L’articolo risponde alle critiche dei commercianti riguardo ai presunti vantaggi fiscali e legislativi delle cooperative.