tenuta ai 9 dicembre 1889 al Ponte delle Arche.

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Il Sig. Presidente

D. LORENZO GUETTI

Presenti

M. R. D. Filippo Degasperi Vice-Presid.

Delegati consorziali:

» » »   G. B. Lenzi Par. di S. Croce

» » »   Luigi Bellotti di Comighello

Sig. Luigi Gosetti di Fiavè

»   Gustavo Bonavida di Lundo

»   Luigi Rigotti di S. Lorenzo

»   Angelo Martini di S. Croce

»   Romedio Merli di Sclemo

»   Basilio Merli di Andogno

»   Vitale Grossi di Comano

»   Giuseppe Ferrari di Stenico

e molti altri soci.

Preletta dal Presidente la modificazione allo Statuto Sociale in punto a validità delle sessioni generali sanzionata col conchiuso della Sessione generale del Consiglio provinciale d’Agricoltura dei 21 marzo 1889 e constatato il numero legale dei soci comparsi, in base alla stessa, ad ore 10 dichiara aperta la seduta.

Il Presidente scusata l’assenza dei delegati Giuseppe de Prez e Teodoro Guetti passa al

I.° punto dell’ordine del giorno: Comunicazioni della Presidenza.

Il Presidente espone quanto segue: Sono scorsi ben 10 mesi dacché questa Presidenza non aduna assieme ai delegati i propri soci in sessione generale. Qualcuno forse avrà detto per questo che la nostra cara istituzione sta per defezionare e chi sa mai, forse per finire nel nulla. Sono in grado di rispondere a comune tranquillità, almeno secondo il mio modo di vedere che ciò non si avvera, ma tutto corre regolarmente nel nostro sodalizio. Se le adunanze de’ soci in quest’ anno furono più scarse del solito, ciò fu proprio perchè non ce n’era stretto bisogno, o quel bisogno altravolta sentito. L’unirsi assieme, il comunicarsi a vicenda con tutta serietà le proprie idee, lo svolgere in comune a bene della nostra agricoltura le proprie cognizioni, è certo la cosa più utile che si possa dare, quando ci sia la facilità di farlo, ed il buon volere di molti. Disgraziatamente ciò non avviene per più circostanze tra noi. Durante l’estate il nostro contadino è sempre occupatissimo nel lavoro ai dì feriali, alla festa gode riposarsi dopo aver soddisfatti i doveri del cristiano. Il fare sacrificio di una giornata col correre alla seduta, colla spesa inerente, gli porta già uno sconcerto finanziario non lieve, e gli riesce perciò cosa dura. Il farlo poi nei giorni festivi non sta bene per più motivi, e neppure si può farlo quando voi vedete nelle prime cariche della nostra Società dei Sacerdoti in cura d’anime. Uopo è quindi, che ci limitiamo a fare le unioni nel tempo meno prezioso all’agricoltura, qual’è quello d’inverno e nell’entrare od uscire da questo, come appunto facemmo quest’anno. Questa cosa non accenna per certo a defezionamento od anemia, della vita consorziale, e se mai esistesse in qualcuno ancora de’ dubbi son qui a toglierli colla relazione dell’attività svolta durante l’anno dal nostro sodalizio. Non accenno a tutto, ma di volo al solo principale.

Viticoltura. Ad evasione del conchiuso preso dalla Delegazione consorziale nella sessione tenuta qui nel passato Aprile, la Presidenza procurò che si facessero al Ponte delle Arche depositi di Pompe irroratrici Candeo e di solfato di rame. Affinchè poi fosse facilitata ai propri soci la battaglia contro la peronospora che minacciava non solo il raccolto, ma l’esistenza dei pochi nostri vigneti, il Consorzio si offerse di concorrere alla compra delle Pompe irroratrici con un terzo della spesa. Furono circa 20 le pompe comperate dai Soci consorziali, e parte di questi si ebbero già l’abbuono, e gli altri l’avranno entro il mese, cosicché ben oltre a 60 fior, furono spesi in questo ramo. Se dai soci sussidiati in questo modo la Presidenza si aspetta per senso di gratitudine, una più sollecita premura nell’aumentare le forze consorziali con numerosi nuovi soci, non sarà certo una pretesa esagerata. Ogni socio premiato con questo sussidio non manchi di insistere tra amici o parenti, perchè s’uniscano al nostro sodalizio e così concorrerà ad aumentare il fondo di entrata interno, col quale si potranno soddisfare numerosi bisogni che ognor più si fanno sentire.

Bachicoltura. Avendo corrisposto a meraviglia il seme bachi proveniente dall’Istituto bacologico del Consiglio Provinciale d’Agricoltura, questa Presidenza fece ripetute raccomandazioni ed istanze ai bachicultori del paese, affinchè facessero in buon numero provista di quel seme, pella campagna 1890, ritenendo con ciò di procurare non pochi e lievi vantaggi a questi contadini, sia pella qualità ottima del seme, sia pel prezzo assai favorevole in confronto di qualunque altro. In questo modo ancora sarebbe ritornato in paese un po’ alla volta quel vistoso importo che i padri nostri sborsarono colle proviste al Giappone, i cui residui costituiscono ora il fondo seme-bachi. Alcuni paesi del distretto, i quali altri anni esperimentarono questo seme, concorsero con maggiori e numerose sottoscrizioni; altri ne fecero qualche sottoscrizione, alcuni, anzi quasi la maggior parte, nissuna. Godo segnalare a buon’ esempio di previdenza i Comuni di Lundo, Quadra, Fiavè e Vigo. Il numero d’oncie sottoscritto presso questa Presidenza furono in tutto 260, più altre 40 circa direttamente presso il Consiglio Provinciale. Ma se qui si dormiva, altri vigilavano per bene. In altri Distretti del Trentino la sottoscrizione a questo seme prese forme colossali, giacché la numerata finale delle oncie insinuate venne a superare d’alcune migliaia quelle confezionate presso l’Istituto bacologico. Per cui ne venne una spiacevole necessità di dovere falcidiare sulle insinuazioni, come già ne foste avvisati con apposita circolare. Si fa voto che questo distretto eminentemente sericolo, ma fatalmente dimenticato, perchè vergognosamente nel proprio interesse pigro e dormiglioso, si faccia in avvenire più sollecito e sveglio.

Pastoreccia. Sul conto della pastoreccia, ramo importantissimo per questo Distretto, nel corrente anno si fece un buon passo, almeno si spera, pel suo miglioramento. Nell’ottobre passato, in occasione che si tenne in Tione un’ esposizione regionale di bovini, anche questo Consorzio vi concorse con un gruppo di oltre 25 capi di giovenche, vitelle e torelli. I nostri espositori fecero de’ lagni col Giurì, perchè destinò i premi della III Categoria (vitelle) per altra categoria più numerosa, restando quindi senza premio un bell’esemplare di vitella esposto da uno del nostro Consorzio; si ebbe però un’ onorevole rescipiscenza ed il Comitato di quell’esposizione mandava posteriormente un premio d’onore al principale de’ nostri espositori.

Come già v’è noto, l’esposizione annuale di tori e torelli fu interinalmente sospesa nel raggio di questo Consorzio per dar luogo ad altro mezzo ritenuto più efficace alla nostra pastoreccia, quale si è quello di premiare le monte taurine comunali e stabili esistenti, e di concorrere ad istituirne altre ove non esistono e ve ne fosse la necessità. Le prescrizioni, alle quali devono sottostare le monte taurine del distretto che aspirano al premio, sono oltre quelle già segnate nella Legge 2 febbraio 1876, quelle eventuali che riconoscerà la Commissione visitatrice, la quale assegnerà il premio giusta formale reversale in proposito e di ciò vi sarà parlato più a proposito, al II punto dell’ordine del giorno. Per ora solo mi è grato parteciparvi, che in base agli avvisi divulgati a tutti i Comuni del Distretto, le stazioni di monta insinuate ed aspiranti al premio sono 10 e queste saranno visitate entro il mese, dai membri della Commissione che voi eleggerete, assieme al delegato del Consiglio d’Agricoltura.

Caseifìcio. Importantissima ancora non v’ha dubbio, è per noi la confezione dei prodotti del latte, giacché il Caseificio è chiamato ad essere un cespite d’entrata pel Distretto assai rilevante. Uno sguardo anche solo superficiale alla cosa, basterà a persuaderne ognuno.

Numerosissimi sono i caselli nel raggio consorziale, perchè abbondante ne è il latte da lavorare. Presentemente si può calcolare che il provento giornaliero che si ricava dai prodotti caseari in tutto il Distretto arriva alla somma di fior. 200 circa. Avremo quindi un prodotto mensile di f. 6000, ed in 8 mesi, essendo tale la durata generale del lavoro casellario, avremo un bell’importo di fior. 48.000.

Questo provento rappresenta un capitale di circa un milione di fiorini! Ora se osserviamo il modo col quale presentemente si amministra tale capitale vistoso, o come se lo fa fruttificare, troviamo che è una cosa dolorosa per non dir peggio. È un fatto a tutti noto che la maggior parte de’ caselli sono senza regolare statuto, in balìa di pochi, e forse persino del solo casaro, il quale tante volte sa ben poco di amministrazione ed appena appena sa confezionare, e Dio non voglia, rovinare l’interesse del latte con prodotti meschini, specialmente per parte del formaggio. Il procurare quindi di venire incontro a tale disordine pel bene di questo nostro paese assai bisognoso di risorse, deve essere opera principale del Consorzio, ed il Consorzio lo fece, e lo farà ancor più in avvenire. Per conseguire il fine desiderato, certamente il modo migliore si è quello di avere bravi casari, istruiti non solo nella vera pratica di confezionare e coltivare i prodotti del latte, ma sì ancora in quella di tenere in tutta regola i registri dell’azienda, affinchè il tutto proceda nell’aversi il maggior ed il miglior lucro possibile. Più ancora, interessa, che questi casari sieno in paese in buon numero e del paese, anzi tra gli stessi possessori di bovini, affinchè l’interesse della importante amministrazione sia sentito più vivamente da quello di un mercenario qualunque estraneo, il quale in fin fine non cerca che il proprio vantaggio e non pensa più in là della mercede. A ciò fare questo Consorzio altre volte avea fatto pratiche per avere entro il raggio consorziale un corso regolare di caseificio da tenersi dal docente del Consiglio provinciale d’agricoltura Sig. Pietro Bertelli, ma fin qui non si potè ottenere questo beneficio, e molto meno quest’anno, perchè nel casello di Vigo, ove tutto si presta all’uopo, non v’ha sufficiente quantità di latte per i numerosi allievi che ora si tengono; quindi si dovette rimettere la cosa ad altro tempo. Invece tenendosi nel prossimo inverno un simile corso di caseificio a Bezzecca di Val di Ledro, il Consorzio fece invito al paese perchè si mandassero almeno colà numerosi apprendisti, ma il paese restò sordo, lo dico con dispiacere, e per poco non mancarono di coloro che mettessero al ridicolo la cosa come fosse di nissuna importanza. Uno solo fu l’alunno insinuato, e questi dal paese di Vigo, al quale fu già assegnato uno stipendio di fni 8 mensili, se egli corrisponderà, come si spera, con profitto e diligenza, sui fondi stanziati dal Consiglio Provinciale di Agricoltura. Se più numerosi fossero stati gli alunni insinuati, più numerosi ancora sarebbero stati gli stipendi e cosi con poca spesa si potea apprender un’ arte, quanto necessaria e vantaggiosa al paese, altrettanto ancora utile e lucrosa all’apprendista stesso. Giova sperare, che l’apatia in ciò stia per finire felicemente, e che un’ altr’anno vi sarà più corrispondenza in proposito.

Infine, per animare sempre più i vecchi soci a concorrere con buon animo alla vita della nostra società, quest’anno si venne nella deliberazione di cedere gratuitamente l’almanacco 1890 a coloro che saranno in regola entro il corrente mese coll’amministrazione consorziale, e cosi si farà co’ soci nuovi che avranno pagata entro gennaio la tassa sociale antecipata, fino al numero delle copie disponibile e già provvedute. Con ciò non si dubita che tutti saranno perseveranti a favorire quest’utile istituzione consorziale, anzi faran sì che sempre più questa vadi innanzi in attività e numero di nuovi soci.

Un desiderio vivissimo fa sentire la Presidenza, ed è quello che al buon numero di contadini che fan parte, com’è naturale, della nostra società, s’uniscano ancora numerose le persone intelligenti del paese, amanti, s’intende, del pubblico bene e non solo di quello della propria borsa. Il Clero ne diede l’esempio nella maggior parte de’ suoi membri; gli altri ancora lo faranno; perchè egli sa, ove lo vuole il paese, ed alle buone opere non si fa mai ripetere la chiamata; ma vengano ancora altri, di altri ceti e professioni, saranno sempre i bene accetti; in ispecie poi si aspettano i signori maestri del distretto, i quali, ad eccezione di pochi, sebbene abbiano per la maggior parte gratis Almanacco e Bollettino, non figurano ancora tra i nostri soci. Ciò premesso, eccoci al

II punto dell’ordine del giorno: Fissazione de’ premi pelle monte taurine del distretto e nomina di due arbitri pella visita delle stesse, assieme al delegato dell’Inclito Consiglio Provinciale.

Il Vice Presidente Don Degasperi osserva, che è cosa importantissima pel bene della pastoreccia del distretto non trasandare la razza bianca che dà ottimi allievi e bellissimi buoi nei paesi di Fiavè, Ballino e Lundo, e che, d’accordo nel resto nel sostenere la razza di Rendena pelle vacche da latte, negli altri paesi, in questi invece sostenga il tipo desiderato, il quale dà si belli risultati in vitelli da macello ed in buoi da lavoro e commercio, e quindi nella premiazione che non vengano escluse le monte di questi paesi, ove avessero il toro di quel tipo.

Il Presidente risponde che questo nostro distretto fu fin qui considerato come idoneo a generalizzare la razza di Rendena, perchè questa già vi domina in gran parte, e che i premi sono stabiliti appunto per migliorare detta razza, escludendo le altre, onde evitare ibridismi dannosi. Conosce però l’importanza degli allevamenti della razza bianca di Fiavè, Lundo e Ballino e crede egli pure sia buona cosa il sostenerli in vantaggio di quelle popolazioni, e che farà presente la vertenza al Consiglio d’Agricoltura, affine di ottenere che qualora il numero delle monte taurine della razza di Rendena, degne di premio non arrivassero ad avere tutti i premi da stabilirsi, sieno questi assegnati anche alle monte del tipo in parola.

L’assemblea conviene pienamente in questa risoluzione e si passa ad assegnare il numero de’ premi come segue:

                   N.° 5 da fiorini venti l’uno = fior. 100

                   N.° 2   »  venticinque = »        50

Riguardo alle spese della commissione, si ritiene che stieno a carico del Consiglio d’Agricoltura come quelle in passato del Giurì pell’esposizioni, non avendo il Consorzio nissuna spesa preventivata in proposito. In caso contrario si dovrebbero prelevare dal fondo de’ premi.

Trattandosi della nomina di due delegati del Consorzio a far parte del Giurì, a cagione della posizione topografica del Distretto, nasce forte discussione sul numero, mentre l’assemblea desidera sieno tre invece di due, e molto più perchè nominandone uno per plaga, le monte premiate potrebbero esser meglio e continuamente sorvegliate.

Il Presidente osserva, che veramente il Conchiuso della Giunta permanente assegna tassativamente due delegati da nominarsi dal Consorzio, ma che dandosi facilmente il caso, che per la lontananza uno o l’altro mancasse, due almeno ci sarebbero sempre, si associa al desiderio dell’assemblea, sicuro di ottenere una eventuale sanatoria dal Consiglio Provinciale, persuaso che ciò non sia contrario allo spirito del Conchiuso della Giunta permanente. Ciò osservato si passa alla nomina de’ delegati, uno per plaga, e risultano eletti i signori

Gosetti Luigi di Fiavé

Pederzolli Angelo di Andogno

Martini Angelo di S. Croce.

III punto. Eventuali proposte.

Luigi Rigotti di S. Lorenzo presenta domanda per avere dal Consorzio un sussidio per pagare una zangola a rotazione fabbricata in S. Lorenzo e che funziona regolarmente in quel casello assai importante, domanda firmata dalla maggior parte dei numerosi soci consorziali di quel paese.

L’assemblea dopo viva discussione, ove si fece conoscere che i soci di S. Lorenzo furono favoriti quest’anno a preferenza di altri colle pompe irroratrici, conchiude di soprasedere sulla domanda per intanto e di rimetterla alla sessione generale di gennaio ove si avrà agio di conoscere lo stato di cassa consorziale ed in base a questo esaudirla in parte o meno.

Tale decisione si prende anche sulla domanda presentata dai soci di Comighello per avere un aratro volta orecchio.

Il cassiere domanda come debba comportarsi con alcuni restanziari al pagamento verso il Consorzio, e l’assemblea autorizza il Presidente ad incamminare e finire i mezzi legali contro D… di Gallio e F…. di Rango, autorizzando un procuratore in proposito.

Il M. R. Sig. Paroco di Bleggio D. G. B. Lenzi ricerca la Presidenza se ha intenzione nel prossimo anno di tenere un’esposizione di frutta nel Distretto, qualora il raccolto sia migliore di quest’anno, ritenendo questo il miglior modo per conoscere e far conoscere le tante qualità di frutta che produce il distretto, per animare sempre più la frutticoltura, che deve essere un lucrosissimo cespite d’entrata per questa valle, la quale gode di ottime posizioni per alberi da frutto, ed in fine per sapere le qualità migliori da coltivarsi ed il loro vero nome tecnico.

Il Presidente osserva, che erano già iniziate le pratiche per tenere un’ esposizione locale di frutta anche quest’anno giusta le norme segnate nel Bollettino Agrario e dettate con sapienza pratica dal Cav. Pizzini, ma disgraziatamente venne a mancare il più, cioè le frutta e per la poca quantità che ne portarono i frutteti e peggio ancora pella gragnola di giugno che tutto guastò nella plaga ove speravasi un discreto raccolto. Ma quello che non si potè quest’anno, si farà di certo nel prossimo anno, il quale sarà più propizio alla frutticoltura, del presente, che va a finire nel numero degli anni sfortunati. Anzi, nella prossima sessione generale si tratterà la cosa di proposito per vedere se convenga fare un’ esposizione distrettuale unica qui al Ponte delle Arche, ovvero tre nelle singole plaghe del raggio consorziale e sempre giusta le norme approvate nell’adunanza di Sezione del Consiglio d’Agricoltura dei 21 marzo 1889, e che si trovano inserite nel Bollettino del marzo di detto anno.

Il M. R. Don Lenzi soddisfatto della risposta, raccomanda ancora la istituzione di un vivajo di alberi da frutto per contentare tutte le esigenze del paese, ritenendo questo un mezzo per generalizzare più prestamente la frutticoltura di quelle qualità che si ritengono migliori per quantità e qualità di prodotti.

Il Presidente vedrebbe assai volentieri tale vivajo, ma il farlo coi fondi del Consorzio è impossibile. Osserva che presentemente ve ne sono due privati, uno a Fiavè ed uno in Banale, e che altri potrebbero prenderne esempio procurando cosi oltre al pubblico il proprio vantaggio. Anzi moltissimi potrebbero da se stessi col seme delle frutta farsi un piccolo vivajo nel proprio orto e quindi passare a farne quegli innesti di qualità ritenute più lucrose e ricercate in commercio. Ancora, nei nostri monti, pullulano non poche piante di pero e pomo selvatico, le quali innestate e trapiantate al basso, danno la più bella e duratura riuscita. Da qui ne consegue pure a suo parere che i vivai eventuali dovrebbero essere nelle posizioni più elevate e meno buone, affinchè il trapianto poi nelle plaghe migliori faccia buona riuscita, mentre al contrario si vede, che gli alberi trasportati da buone posizioni in quelle meno buone, generalmente non hanno buon’esito. Del resto su quest’argomento si parlerà più a proposito quando le finanze del Consorzio dassero speranza di realizzare qualchecosa di più positivo all’uopo.

Non chiedendo alcun’ altro la parola, il Presidente dichiara chiusa la sessione ad ore 12 1/2 e prega i delegati Gosetti Luigi e Merli Romedio per la firma del protocollo

Il Presidente p. L. Guetti m. p.

Gosetti Luigi m. p.

Merli Romedio m. p.

D. Speranza Segr.

Soggetto produttore:“Bollettino C.P.A.”, anno 1889, 9 dicembre, pp. 325-327
Data:09/12/1889
Pseudonimo:
Descrizione:L’articolo riporta il verbale dell’adunanza generale del Consorzio Agrario Distrettuale di Santa Croce e contiene le comunicazioni del Presidente, ovvero lo stesso Guetti, sull’attività del Consorzio relativamente a viticoltura, bachicoltura, pastoreccia e caseificio. Il verbale fu probabilmente inoltrato alla Redazione del Bollettino dallo stesso Guetti anche se è presumibile che, visto il ruolo ricoperto da Guetti all’interno del Consorzio, sia stato redatto dal segretario Daniele Speranza.