— Sappiamo che qualche Capitanato, qualche autorità steorante, spediva in questi dì al clero curato del proprio circondario un invito a presentare la fassione per commisurare l’imposta sulla rendita.
Siccome quest’imposta non è a pagarsi se il reddito, detrattene certe spese, non supera i f. 630, è ben difficile il caso, che qualcuno del nostro clero sia obbligato a questa imposizione. Quindi stieno attenti i nostri curatori d’anime a dare risposta corrispondente; ed a far ciò basta anche il Repertorio del M. R. D. Giov. Pagnet, ove a p. 137 troveranno materia più che sufficiente allo scopo.
Un trascurato che ci dà queste notizie, ci fa osservare, che sarebbe dispostissimo a pagare la imposta sulle rendite, dato il caso che l’Eccelso Governo lo volesse favorire della rendita di f. 630. Ma finché resta al livello dei f. 300, gli sembra un’ironia, brutta anzichenò, il solo invito di presentare ad hoc una fassione qualunque.
Sta bene lo zelo, ma a suo posto; il finanziere in questo caso ha sbagliato davvero il numero della casa.
Soggetto produttore: | “Il Popolo Trentino”, n. 73 |
Data: | 06/06/1889 |
Pseudonimo: | |
Descrizione: | Accogliendo notizie fornite da un “trascurato”, l’autore polemizza sull’imposta commisurata al reddito che i sacerdoti erano tenuti a pagare al Governo imperiale. Viene attribuito per il riferimento al termine “trascurato” utilizzato da Guetti sia nel testo di numerosi articoli che come pseudonimo. |