V. Punto. Proposte sui passi da farsi per ottenere la concessione di sale a prezzo ridotto per uso degli animali.

Il Presidente ricerca il M.R. don Guetti a fare analoga relazione.

Don Guetti legge. L’importanza del sale pell’economia animale è cosa notoria; esso anima la digestione, eccita la sete e quindi favorisce quel complesso di processi vitali che costituiscono e mantengono l’organismo, e concorre al perfetto stato di salute del bestiame, manifestandosi colla lucidezza del pelo, la morbidezza della pelle, e la limpidezza e vivacità dello sguardo. Non si può dire che esso renda il fieno od il mangime in genere più sostanzioso; lo rende però senza dubbio più saporito, così, che eccitando l’appetito e stimolando le forze digestive al paro degli aromatici, permette di apprestare agli animali, senza danno alcuno della loro salute, certi foraggi verdi, eccessivamente acquosi od anche di qualità scadente; giova eziandio a promuovere l’ingrassamento, a rendere le carni più sode, pregiate e saporite, imperocchè gli animali mangiano di più, digeriscono meglio e impiegando a loro vantaggio ciò che consumano, assimilano e conservano nei loro tessuti maggior quantità di materie. Ma se altre sostanze minerali si trovano nelle necessarie proporzioni nei mangimi, solo il sale non si trova nei cibi in quantità necessaria; uopo è quindi, per gli effetti sopranotati, unirlo alle sostanze alimentari. Se poi queste sostanze alimentari sono scadenti in qualità, come sono quelle per gli animali bovini, diciamolo pure, quelle ancora delle classi povere della nostra popolazione, che devonsi nutrire quasi esclusivamente di sostanze vegetali, ne viene che il sale è un alimento assolutamente necessario.

Perciò è, più che raccomandabile, di imprescindibile necessità di somministrare agli animali, specie a quelli in via di sviluppo, ai tori di razza in funzione, ed alle vacche da latte, una buona dose di sale giornalmente, almeno dai 20 ai 30 grammi, ove si voglia mantenerli in buone condizioni di salute e di produzione di latte e lavoro.

Se consideriamo poi che cosa si fa da noi, in tale riguardo, è di sconforto il vedere come in generale i nostri allevatori e detentori di bestiame si limitano ad apprestare ai loro bovini razioni giornaliere di sale che raramente superano i 10 grammi; molti e molti anzi non somministrano al proprio bestiame del sale, che a lunghi intervalli di tempo, ed anche allora in quantità assai limitata.

Ora donde la causa di ciò? Non già dall’ignoranza del povero nostro popolo sull’utilità e necessità del sale, ma sì ciò dipende pur troppo dalla circostanza che il sale è ad un prezzo troppo alto per poter venire usato nelle necessarie proporzioni per gli usi della pastorizia. Da ciò deriva alla nostra popolazione rurale, specie a quella delle valli alpine, la cui unica risorsa è l’allevamento del bestiame, un danno sensibilissimo, sì che urge di prendere opportuni provvedimenti per ottenere la concessione del sale pastorizio a prezzo il più possibile limitato.

La I° Sezione del Consiglio Provinciale si è rivolta a tale intento in più occasioni all’eccelso i. r. Ministero d’Agricoltura; s’ebbe in riscontro però che l’i. r. Governo non può trattare in argomento a motivo delle condizioni dell’analogo contratto coll’Ungheria.

Ultimamente la prefata Sezione in un memoriale sui bisogni della popolazione agricola del Tirolo, accentuò nuovamente la questione del sale pastorizio, e ricercò l’ecc. Governo di voler di bel nuovo avviare trattative col Governo Ungherese per poter concedere agli agricoltori sale comune a prezzi ridotti in proporzione al numero di animali da essi posseduti; oppure sale pastorizio non adatto pegli usi domestici ad un prezzo il più possibile limitato.

La Presidenza della II° Sezione del Consiglio Provinciale d’Agricoltura, ha creduto opportuno di portare tale argomento in discussione nella presente Adunanza, perché si addivenga ad un conchiuso che appoggi i passi fatti dalla I° Sezione, e dando alla vertenza maggior peso, riesca vie meglio a persuadere l’ecc. Governo della necessità di romperla collo stato presente di cose e di provvedere quanto prima per la concessione agli agricoltori di un sale pastorizio a prezzi convenienti e corrispondenti alle loro stremate condizioni economiche.

Non si possono disconoscere le difficoltà che fino a qui si presentarono per una denaturalizzazione del sale comune capace di offrire un sale assolutamente disadatto per gli usi domestici, e buono ed adoperabile invece per gli usi della pastorizia; basti il dire, che i concorsi ad un premio di mille zecchini aperti dal Ministero d’Agricoltura d’accordo coi Ministeri delle Finanze austriaco e ungherese, nel 1869 e nel Novembre 1882, per un metodo di denaturalizzazione del sale comune per la preparazione del sale pastorizio, non ebbero alcun risultato, quantunque i concorrenti fossero stati ben 163 ed avessero presentato non meno di 391 proposte relative.

È opportuno oltre a ciò il notare che il Giurì, il quale nel febbraio 1883 si radunò per esaminare e pronunciarsi sulle presentate proposte, trovò di sottoporre le stesse ad un esame preliminare da parte di una commissione eletta dal proprio seno, composta da persone competentissime anche nel campo chimico, la quale ebbe a dichiarare essere quasi che impossibile la preparazione di un sale tanto in senso soggettivo che oggettivo assolutamente inadoperabile per iscopi domestici e confacente invece per gli usi della pastorizia.

Ciò stante, sarebbe per lo meno inutile, anche con riguardo agli ultimi progressi fatti dalla scienza chimica, l’attendersi in un prossimo avvenire, sulla base dei criterii fin qui seguiti, una soluzione di questa vertenza favorevole agli interessi agricoli.

Necessita pertanto di escogitare un modo coll’adozione del quale, senza ledere gli interessi erariali, si possa corrispondere alle giuste ed imperiose esigenze dell’agricoltura, che oggi più che mai abbisogna di venir favorita in ogni riguardo, attesa la dura crisi che attraversa.

Ciò potrebbe forse facilmente raggiungersi, come si era espresso anche il Sig. Direttore Mach in un suo articolo sulla composizione e sul valore del sale a scopo di concimazione, pubblicato nel decorso anno nel giornale agrario del Tirolo «TirolerLandw. Blatter» combinando una corrispondente denaturalizzazione del sale comune con severe disposizioni di controllo per la sua distribuzione agli agricoltori in proporzione al numero degli animali da essi posseduti.

Qualora infatti la denaturalizzazione del sale potesse venir effettuata in modo da rendere, se non impossibile, di grande difficoltà la depurazione del sale stesso con lavacri all’acqua o con altri mezzi, e qualora si provvedesse contemporaneamente per un severo ed oculato con controllo nella distribuzione di un sale simile, egli è certo che potrebbero venir tolti quegli abusi che si ebbero a lamentare antecedentemente e per cui anzi, venne levata la concessione del sale agrario a prezzo di favore; e che sarebbe quindi abbastanza assicurata quella garanzia che l’Erario potrebbe richiedere per la reintegrazione della concessione.

Circa il metodo da adottarsi per la denaturalizzazione del sale nei limiti suaccennati, non si può presentare una proposta concreta, dipendendo questa da prove ed esperienze che si dovrebbero incamminare. – Giova osservare però, che siffatta denaturalizzazione del sale per gli usi della pastorizia non potrebbe incontrare serie difficoltà, ciò che si può dire tanto più, ch’essa viene praticata senza dar luogo ad inconvenienti, in Italia, in Francia ed in Germania, con l’impiego principalmente di ossido e solfato di ferro, gesso, genziana in polvere, assinzio carbone dolce, panelli diversi ecc.

In Germania la produzione del sale pastorizio è di circa 850,000 quintali, che viene confezionato nelle saline di Wachenroder, Reichenhall, Rosenheim ed altre, coll’uso ordinariamente di ¼% di ossido di ferro e ¼ fino ½% di polvere di assinzio.

In Germania la vendita del sale non è monopolio dello Stato; sul sale comune gravita però una non piccola imposta, per modo che il prezzo è di soli 50 soldi per quintale inferiore a quello che si deve pagare in Austria; il sale pastorizio invece va esente da ogni imposta.

Per la confezione del sale pastorizio, l’amministrazione italiana adotta principalmente la seguente formula:

kg        97       di sale marino

 “          2          genziana in polvere

 “          0.5      ossido di ferro

 “          0.5      carbone dolce in polvere.

Questa formula sembra che corrisponda in Italia egregiamente tanto alle esigenze degli agricoltori che a quelle dell’Erario, se si riflette al consumo che vien fatto del rispettivo sale,  ed alle misure prese dal Ministero di Finanza, che, non temendo di abusi, quantunque il sale comune ivi sia ad un prezzo molto alto, dispose, d’accordo colle istituzioni agrarie nelle singole provincie, dei depositi di sale pastorizio nei magazzini dei sali e tabacchi e nei luoghi più opportuni e più importanti per la pastorizia, e ciò nell’intento di facilitarne agli agricoltori l’acquisto ed il ritiro.

A proposito di questa formula va ricordato ch’essa viene presentemente sperimentata anche nelle saline di Pirano in Istria per cura di quel Consiglio Provinciale d’Agricoltura, e che i risultati fin qui ottenuti furono molto promettenti. L’esperimento è diretto ad ottenere un’intima compenetrazione delle materie eterogenee: solfato di ferro, genziana, carbone ecc. nell’interno dei cristalli del sale nell’atto che questi si formano per l’evaporazione dell’acqua madre salata entro i Cavedini, con che si renderebbero molto difficili degli abusi, e verrebbe offerta quella garanzia che l’Erario richiede per poter concedere il rispettivo sale ad un prezzo di favore.

Sull’azione fisiologica dei primi saggi del sale così preparato, venne fatta un’esperienza su due capi bovini, la quale provò in modo concludentissimo non solo la sua perfetta innocuità, ma ancora e sopra tutto il suo grande valore fisiologico nel determinare una più completa assimilazione delle materie alimentari contenute nei foraggi. Giova osservare ancora che i saggi finora ottenuti a Pirano col metodo citato, contengono un percento di impurità, facendo astrazione anche dalle particelle terrose, molto minore del sale pastorizio che viene messo in commercio in Germania.

Per quanto riguarda ora il controllo nella distribuzione del sale pastorizio, si potrebbero forse adottare misure analoghe a quelle che vigono per il ritiro del sale per uso di concimazione, giusta le quali i Consigli d’Agricoltura rispettivamente i Consorzii agrari distrettuali od in mancanza di questi le Società agrarie ed i Casini agrari, potrebbero venir chiamati a ricevere insinuazioni per il sale in parola, ed indicare su apposite stampiglie il nome dei singoli agricoltori committenti, il loro domicilio e carattere, e a certificare magari sotto qualche responsabilità, se la quantità commessa dai singoli stia in relazione col numero dei capi bovini che posseggono.

Procedendo in tal modo con qualche rigore, non potrebbero aver luogo abusi rilevanti a detrimento dei diritti sul sale da parte dell’Erario, e verrebbe finalmente posto fine ad un male, che in tutti i toni ed in tutte le occasioni viene pressoché da 20 anni lamentato dalle istituzioni agrarie in tutte le provincie della Monarchia.

In base al fin qui esposto passo a concretare la seguente proposta:

«La Presidenza viene ricercata di rivolgersi all’ecc. i. r. Ministero d’Agricoltura colla preghiera di adoperarsi per procacciare all’Agricoltura la concessione già altra volta goduta del sale pastorizio a prezzo di favore, accentuando che ciò potrebbe effettuarsi mercé la combinazione di una corrispondente denaturalizzazione del sale comune con severe misure di controllo per la sua distribuzione agli agricoltori in proporzione al numero degli animali da essi posseduti.»

Conchiuso accettata all’unanimità.

Soggetto produttore:“Bollettino C.P.A., anno 1889, 8 maggio, pp. 43-46
Data:08/05/1889
Pseudonimo:
Descrizione:Il testo riproduce il verbale al punto V e riporta fedelmente lo scritto letto da don Guetti che, con argomentazioni che toccano questioni di zootecnia e di legislazione fiscale comparata, sollecita la Presidenza del Consiglio ad intervenire presso il Ministero dell’Agricoltura al fine di far ottenere agli allevatori il sale per il bestiame ad un prezzo ridotto. La sua proposta ottiene l’unanimità dei consensi.