Saggio statistico pubblicato su  “La Voce Cattolica”  nelle seguenti date:

*13 settembre 1883, n.106, Introduzione I) Posizione – Estensione – Popolazione II) Organizzazione politica

*15 settembre 1883, n. 107, III) Clima IV) Agricoltura

*18 settembre 1883, n. 108, V) Colonie agricole, VI) Valore delle terre

*22 settembre 1883, n. 110, VII) Allevamento del bestiame

*25 settembre 1883, n. 111, VII) Allevamento del bestiame

*27 settembre 1883, n. 112, VIII) Industrie, IX) Commercio, X) Mezzi di comunicazione

*29 settembre 1883, n. 113, XI) Città di Buenos Ayres, XII) Istruzione – Istituti pubblici – Biblioteche – Stampa

*2 ottobre 1883, n. 114, XIII) Forze militari, XIV) Passaggio da Genova a Buenos Ayres, XV) Salarii e costo del vitto

*4 ottobre 1883, n. 115, XVI) Conclusione


Molti de’ nostri Trentini, e tra questi gran parte giudicariesi, in questi ultimi anni solcarono i mari alla volta dell’America del Sud e specialmente della Repubblica Argentina. Anche presentemente molti altri stanno per raggiungere i primi e per la metà di settembre dovranno essere a Genova per prendere il mare. Non sarà cosa inutile né inopportuna per i lettori pazientissimi della Voce il leggere in appendice qualche notizia sulla posizione geografica e sullo stato politico ed economico di questa repubblica che sembra chiamata a divenire meta fortunata del presente esodo trentino. Premetto, per modestia s’intende, che i dati d’ogni genere e specie che verrò accennando, non sono né di mia invenzione, né raccolti a casaccio, ma sì avuti da relazioni di nostri patriotti fededegni e da una magnifica carta statistico-geografica che tengo spiegata sul tavolo, la quale ebbe la luce proprio in quest’anno di grazia 1883 a Buenos-Ayres dalla litografia o Imprenta La Union de Stiller et Laass per Francesco Latzina direttore della statistica nazionale argentina. Noto di più che questa pubblicazione è ufficiale, ordinata appositamente da quel governo per far conoscere a coloro che emigrano, la terra che stanno per scegliere a loro dimora e la probabile fortuna che gli attende.

Il trattenere e soffocare questo moto emigratorio pare omai impossibile, e per non fare la brutta figura di Faraone, mi pare miglior cosa mostrare pubblicamente la figura di questo nuovo mondo nella sua realtà evitando le esagerazioni di ogni genere.

Intesi così con questa specie di esordio, lasciamo, umanissimi lettori, per poco quest’arie un po’ mefitiche del vecchio mondo, e solchiamo, solo col pensiero per intanto, l’Oceano Atlantico per respirare quelle più pure e libere d’America.


I. Posizione – Estensione – Popolazione

La Repubblica Argentina, situata nella parte australe del continente Sud-Americano, s’estende sopra 35 gradi di latitudine e 20 gradi di longitutine, in maniera cha la sua estensione totale è di circa 55,239 miglia geografiche, ossia di 3 milioni circa di chilometri quadrati. Supera perciò in superficie l’Italia nientemeno di 10 volte! A motivo della sua posizione geografica ne consegue che mentre qui da noi si ha l’estate, colà è inverno, e mentre noi cogliamo i vaghi fiori d’aprile e maggio, ivi si raccolgono le frutta ed i prodotti autunnali; in generale adunque ad ogni stagione europea corrisponde in quelle terre una stagione diametralmente opposta. Così pure se a Buenos Ayres, capitale della Repubblica, l’orologio della cattedrale segna mezzogiorno, il nostro della Torre di Piazza del Duomo segna le ore 4 e minuti 45 pom.

La popolazione di questa massa colossale di territorio viene calcolata dai mdati raccolti al 1. settembre 1882 ad un totale di 2,942,000 abitanti, dei quali 123,640 sono italiani. Buenos-Ayres conta 295,000 abitanti, Cordoba 40,000, Rosario 32,000, Tucuman 24,000, altre 10 città superano i 10 mila, e 18 altre i 5 mila.

Buenos-Ayres per legge dei 21 settembre 1880 da capitale della provincia omonima, fu elevata definitivamente a capitale di tutta la Repubblica Argentina; e colla legge 1. maggio 1882 a capitale della provincia di Buenos-Ayres venne creata una città in fieri La Plata, situata nelle vicinanze del porto La Ensenada, a circa 50 chilometri Sud-Est di Buenos-Ayres. Ai 19 novembre ultimo scorso veniva solennemente posta la pietra fondamentale di questa nuova città ed è in questo luogo che vennero e vengono diretti gli emigranti (a viaggio semi-gratuito e rimborsabile in 6 mesi) ingaggiati dalla ditta Colaiani [Colajanni] di Genova.

Generalmente ammettendosi che questo paese americano in termine medio possegga la stessa abitudine a produrre alimenti per mantenere la specie umana che quello di Germania, e racchiuda nelle sue viscere un’analoga ricchezza di materia prima per alimentare le industrie (ipotesi però delle più sfavorevoli, mentre altri fanno confronto coll’Italia) vi sarebbe perciò ancora posto in questa repubblica per più di 270 milioni d’abitanti; ma, in ogni caso, potranno vivere in questo paese, più comodamente che in Europa, 100 milioni d’individui oltre ai 3 milioni che attualmente esistono.

Consoliamoci dunque e non precipitiamo le cose; se non andiamo subito in America, il posto non ci mancherà neppur da qui ad alcuni anni né per noi né per i figli nostri.


II. Organizzazione politica

La Repubblica Argentina si compone di 14 Stati, autonomi nella loro amministrazione e che conservano tutto il potere non delegato dalla Costituzione nazionale al governo federale. Al governo nazionale appartengono i territori nazionali delle Missioni, del Chaco, della Pampa e della Patagonia col distretto federale cioè la città di Buenos-Ayres, sede capitale.La forma del governo è rappresentativa repubblicana federale. Gli Stati autonomi si chiamano provincie ed hanno propria costituzione modellata sulla costituzione nazionale, alla quale essa non può essere contraddittoria in veruna parte. Le costituzioni provinciali assicurano a ciascuna provincia l’amministrazione della giustizia, il regime municipale e la educazione primaria. Le provincie eleggono i proprii governatori, o proprii legislatori e gli altri pubblici impiegati provinciali senza che il governo federale centri punto. Le vertenze politico-amministrative fra provincie vengono risolte dalla suprema Corte di giustizia.

Il governo federale si compone di tre poteri: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario.

– Un congresso composto di due camere (deputati e senatori) è investito del potere legislativo. Ogni provincia ed anche la capitale della nazione elegge i proprii deputati direttamente per mezzo del popolo a semplice pluralità di suffragio in ragione di 1 per ogni 20 mila abitanti o di una frazione che non sia al di sotto di 10 mila.Il numero dei deputati presenti basato sul censimento del 1869 è di 86. Il senato poi si compone di due senatori per ciascuna provincia e per la capitale eletti pure a pluralità di voti dalla propria legislatura di ciascuna provincia; perciò nel numero totale di 30.

-Il potere esecutivo viene esercitato dal presidente della Repubblica, il quale sta in carica per 6 anni e non può essere rieletto che coll’intervallo di un periodo. Per eleggere il medesimo, la capitale e ciascuna provincia nominano per votazione diretta una giunta di elettori, la quale ammonta al doppio del numero totale dei deputati e senatori che inviano al congresso. Questi elettori, fra i quali non può figurare nessun deputato né senatore, né qualunque impiegato al soldo della nazione, si riuniscono nelle rispettive capitali di provincia 4 mesi prima che spiri il periodo presidenziale ed effettuano le elezioni con doppie liste, una col nome del futuro presidente, e l’altra con quello del vice-presidente. Lo scrutinio poscia ha luogo nel congresso, e quivi si proclama pure il nuovo presidente e vice-presidente, dato che alcuni dei candidati ad ambo i posti abbiano ottenuta la maggioranza assoluta di suffragi; in caso contrario, secondo i principii della costituzione, il congresso stesso elegge uno dei varii candidati che figurano sulle liste.

L’attuale presidente della Repubblica è il tenente generale Giulio Argentino Roca, il governo del quale, cominciato il 12 ottobre 1880, cesserà il 12 ottobre 1886. Condividono col presidente le funzioni del potere esecutivo 5 ministri segretari di Stato, responsabili degli atti che contrassegnano e legalizzano per mezzo della loro firma; la loro nomina vien fatta dal presidente stesso, e si chiamano col nome degli Interni, degli Esteri, delle Finanze, della Giustizia, Culto ed Istruzione e della Guerra e Marina.

– Il potere giudiziario è esercitato da una Corte suprema di giustizia, i membri della quale vengono nominati pure dal presidente ma d’accordo col senato. Da quest’organizzazione politica americana ci sarebbero da imparare delle belle coserelle, che starebbero molto bene applicate dalle legislazioni rancide d’Europa; ma i nostri polmoni sono troppo usi a respirare parcamente le aure della vera libertà e perciò contentiamoci così per non morire d’emorragia.


III. Clima

Il clima di questa regione nel suo complesso è dei più temperati, essendo l’inverno meno rigido e l’estate un po’ più caldo che in Italia. Più secco nell’interno che sul litorale, non è né strettamente continentale né marittimo, ma una via di mezzo fra questi due, e perciò un clima che conviene di preferenza alla salute dell’uomo ed alla feracità della terra. Le genti di qualsiasi razza europea, senza distinzione d’origine, possono recarsi in questo paese, non occorrendo che previamente si acclimatizzino, e possono attenersi ai proprii metodi di vita, senza il minimo pericolo per la loro salute. Il nome della capitale della repubblica «Buenos-Ayres» (buone arie) si potrebbe a buon diritto applicarlo a tutto il paese. Infermità maligne endemiche non ve ne sono, e le epidemiche sono per fortuna assai rare, più rare che in Europa.

– La mortalità e la longevità, minore quella, maggiore questa che in Europa, attestano la verità di questo asserto. Ivi si ha un defunto per ogni 52 abitanti, mentre le statistiche europee segnano uno in Francia per ogni 41, in Inghilterra per ogni 50, in Ispagna per ogni 38, in Germania per ogni 36 e per l’Italia uno ogni 33.

Se gli abitanti di un paese raggiungessero tutti una tarda vecchiaia, la mortalità sarebbe di 1 per ogni 75 abitanti.

– I vecchi oltre i 100 anni sono 1 in Francia sopra 190 mila abitanti, in Inghilterra per ogni 141 mila, in Germania per ogni 82 mila, in Ispana per ogni 71 mila, in Italia per ogni 66 mila e nella Repubblica Argentina uno per ogni 7 mila.

La temperatura di Buenos Ayres dell’anno 1876 p.e. dava questi risultati: media in °C. 17.3, massima 37.8, minima – 5. I mesi più piovosi sono quelli d’estate cioè dicembre, gennaio, febbraio; i meno piovosi quelli d’inverno, giugno, luglio, agosto; ciò sia detto in genere, perché anche oltremare si danno pure delle eccezioni. E mentre scrivo per es., una lettera dalla nuova capitale provinciale «La Plata» dice che i poveri emigrati colà soffrono molto sotto le tende provvisorie per la grande umidità a cagione delle continue pioggie.


IV. Agricoltura

In un paese come questo, che, per le sue vaste praterie, veri oceani di pascoli, par creato per l’allevamento del bestiame, e dove la popolazione relativamente scarsa trova nella vita pastorale, assai meno faticosa ed esposta a minori eventualità dell’agricola, i mezzi necessarii di sussistenza non solo, ma un vero benessere, non è strano che l‘agricoltura non occupi che un posto secondario accanto all’allevamento del bestiame. Ciò nonostante i prodotti della terra argentina non solamente bastano al consumo di tre milioni d’abitanti, ma sono eziandio oggetto di una proficua esportazione per l’Europa. A prova di questa asserzione, e senza parlare di altri prodotti agricoli abbiamo i 100 milioni di chilogrammi di grano-turco ed i 25 milioni di chilog. di lino che si esporteranno entro il corrente anno e che porteranno al paese un beneficio netto di circa 20 milioni di lire.

– Il solo vapore Polcevera p.e. arrivato a Genova ai primi di giugno p.p. sbarcava a Marsiglia oltre 6 mila sacchi di granoturco per la fabbrica degli spiriti. Visto il buonissimo risultato che dà il granoturco, si stanno facendo presentemente i preparativi per seminare 80 mila ettari di questo cereale nella provincia di Santa Fè; nella provincia di Buenos-Ayres verrà su più vasta scala coltivato il prezioso seme. Per giudicare della feracità di quelle terre serviranno i seguenti dati :

Il granoturco per 1 di semenza dà un raccolto di 150

il frumento      »   1   »          »          »                       20

Il granoturco per ettaro dà di grano ettolitri        28

il frumento      »        »          »          »          »          16

Lascio al lettore il confronto dei prodotti delle terre argentine con quelli delle nostre terre.

– La coltura del granoturco non si fa come da noi seminando il grano a file e coltivandolo colla zappatura ed arginature, ma colà si semina per usare una frase nostrana «a braccio». Cresciuto che sia più d’un palmo viene nettato dall’erba con una semplice zappatura senz’altra operazione posteriore. Lasciandolo così, dà un buon prodotto di una, due panocchie per gambo, se fosse tenuto raro a modo nostro non farebbe che vegetare in erba con pochissimo raccolto. Il granoturco nell’Argentina si consuma in gran parte ancora tenero in erba (da latte) cuocendolo assieme a zucche e patate nel brodo di carne, risultandone una zuppa dolce e gustosa, ed un appresso delizioso alla carne. Questa specie di minestra si può chiamarla minestra nazionale argentina, perché non solo viene usata dai coloni e dai pastori di quelle regioni ma perfino è la ben venuta sulle tavole de’ gran possidenti di Buenos-Ayres.

– Se da noi le carni fossero a buon mercato come nell’Argentina, vorrei invitare qualcuno de’ pazienti lettori a farne la prova, chè la stagione sarebbe propizia a simili esperimenti, ma finchè la finca «carni» per un povero curato di campagna assorbe un terzo della magrissima congrua, è meglio spasimare e tirar innanzi.

Oltre al granoturco, frumento, patate, prodotti comuni a tutte le provincie argentine, vi sono i prodotti speciali di qualche provincia, come quello della canna da zuccaro nella provincia di Santiago, quello della vite nella provincia di Catomorca e di San Juan.

– Infine si può dire in poche parole che l’agricoltura argentina supera nelle sue produzioni tutte le necessità del consumo, giacchè non solamente non s’importa nulla, ma anzi si esporta, e, come sopra si ha veduto, quest’esportazione ha un valore considerevole che d’anno in anno va aumentando. Per il valore delle terre, i salari ed il costo de’ prodotti agricoli e d’altri articoli di consumo, si dirà in seguito nei capitoli che trattano di ciò in particolare.


V. Colonie agricole

Si chiama colonia agricola un nucleo di piccoli stabilimenti agricoli dove le persone e le famiglie de’ coloni, che giungono al paese argentino, hanno tutte le facilitazioni per acquistare del buon terreno a basso prezzo, istrumenti ed animali da lavoro, nonché i viveri e gli altri articoli di prima necessità durante il tempo che precede i primi raccolti.

– Il governo nazionale, quello delle singole provincie, i municipii e persino i privati fanno a gara nel fondare colonie. Nelle colonie nazionali, il colono poté fin qui diventare anche proprietario di un ettaro di terreno (2700 pertiche quadrate) per sole 10 lire. Le provincie ove esistono maggior numero di colonie sono quelle di Santa Fè, Entre Rios e Cordoba. La legge sulle terre per la colonizzazione sanzionata dal Congresso Argentino ai 24 ottobre 1882 è del seguente tenore:

Titolo III. – Vendita di terre per l’agricoltura

1. Una volta approvati i piani, che, a termini del prescritto dall’art. 9, deve preparare il dipartimento degli ingegneri, si pubblicheranno nelle corrispondenti relazioni ufficiali e saranno distribuiti in tutta la Repubblica ed all’estero.

2. Una persona o società non potrà comperare meno di 25 ettari né più di 400 nella stessa sezione.

3. La compera si farà a mezzo di petizione scritta, innanzi il capo d’ufficio di terre, il quale dovrà far constare in registro speciale il giorno e l’ora in cui quella fu presentata, con  designazione espressa del paraggio che si domanda. Quest’atto sarà firmato dall’interessato o in suo difetto dal mandatario con procura legale.

4. Il prezzo della vendita in Missioni e nel Chaco sarà di 2 pezzi forti (10 lire) ogni ettaro; nella Pampa e nella Patagonia di 1 pezzo forte e 50 centesimi (lire 7.50).

5. Il pagamento si effettuerà nel modo seguente: una quinta parte a contanti; il resto in quattro parti eguali, una allo scadere di ogni anno.

6. I compratori firmeranno cambiali per la parte del prezzo a scadenza e potranno scontarle anzi tempo scontando loro l’ interesse del 6%.

7. Il capo d’ufficio di terre consegnerà ai compratori un certificato stampato su carta da bollo di 25 centesimi (lire 1.25). Detto certificato è intrasferibile e sarà firmato dal capo d’ ufficio col visto buono del presidente della contabilità.

8. Queste aree possono essere acquistate soltanto da coloro che si obbligano a coltivarle, dovendo, nel periodo dei primi tre anni, aver coltivato la quinta parte di ogni lotto comperato.

9. Agli acquirenti di terre che non compissero gli obblighi contratti alla loro scadenza, si accorderà una proroga di un anno per una sol volta pagando l’interesse del 6 %; e passato questo tempo senza aver soddisfatto si procederà per conto del compratore alla vendita del terreno in pubblica asta annunziandola con 15 giorni di antecipazione.

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13. Compiute tutte le condizioni stabilite nella presente legge e pagato il prezzo per intiero della terra, il potere esecutivo ordinerà al notaio maggiore di governo che stenda l’analoga scrittura di vendita a favore dell’interessato.

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25. I compratori di terre sono obbligati al pagamento della contribuzione diretta e delle altre imposte gravanti la proprietà radice, dall’anno seguente a quello della compera, anche quando non siasi consegnato il titolo definitivo.

La grida parla chiaro e non ha bisogno di schiarimenti. La più antica colonia chiamata «La Esperanza» venne fondata nel 1856 ed oggi conta 3299 abitanti.

-Gli agricoltori sparsi nelle varie colonie sono 74 mila e posseggono un valore totale di 157 milioni di lire, il che costituisce una ricchezza media per testa di 2115 lire mentre in Italia abbiamo solo 1175 lire per capo. Dunque è più ricco il colono argentino dell’italiano di lire 940.

–Tutte le colonie ora esistenti ora prosperano a meraviglia, e l’agricoltore europeo, grazie al suolo ferace, al clima benigno, ed alla crescente richiesta dei prodotti, in breve si crea un benessere con assai minore fatica di quella a cui è avvezzo in Europa, e vi sono numerosi individui coloni che arrivati all’Argentina nella più assoluta povertà, ora godono delle comodità del proprietario agiato e fors’anco ricco. La località migliore per la colonizzazione viene ritenuta quella del territorio nazionale detto «delle Missioni». È così chiamato perché quivi in modo speciale i Gesuiti fino dal 1631 si erano stabiliti per convertire gli Indiani al cattolicismo ed alla civilizzazione. Poche regioni come questa pel suolo ferace, pel clima assai benigno e sano, sono tanto adeguate alla colonizzazione europea su vasta scala. La ricca vegetazione delle sue immense foreste ancora vergini è di una opulenza tropica. Fra tante piante utili si annovera quella così detta yerba mate (ilex Paraguayensis), l’infusione della quale a guisa di thè costituisce un articolo di consumo d’uso generale nei paesi del Plata e tributarii. Dirò in seguito il modo di usare di questa bibita ed i suoi effetti igienici.

– Il clima di questa plaga confinante col Brasile e l’Uruguai, mentre permette la coltivazione di un numero straordinario di piante delle zone temperate, favorisce la produzione di quelle ancora della zona tropica, giacchè vi crescono simultaneamente rigogliosi in questo terreno il frumento, il granoturco, ogni sorta di legumi europei, gli aranci, il cotone, il tabacco, la canna da zuccaro. Questa terra ferace, di considerevole estensione, ben irrigata e di poco costo, è là aspettando a migliaia gli agricoltori d’Europa, già stanchi d’aver logorate le forti lor braccia dietro alle terre natìe; terre bensì fertili pur esse, ma incapaci di dare il sostentamento ad una popolazione duplicata oltre il necessario, ed in pari tempo offrire il scoprimento delle enormi esigenze delle pubbliche contribuzioni.


VI. Valore delle terre

Il prezzo di lire 10 per ettaro (pertiche quadrate 2700) è stabilito dalla legge argentina per la compra-vendita delle terre, è pei suoli di proprietà nazionale, quali sono quelli delle Missioni, del Chaso, della Patagonia ecc. Pel suolo posseduto dalle singole Provincie, dai municipii e dai privati il prezzo è al certo più alto, variando questo più o meno dalla situazione, dalla qualità e quantità d’acqua che contiene il terreno e da mille altre circostanze che riguardano le persone interessate della compravendita.

– Nella provincia di Tucuman e nelle vicinanze della capitale della provincia di Cordoba e Entre Rios il costo di un ettaro è di 60 lire e molto minore quello delle campagne relativamente lontane dai centri. – Nella provincia di Buenos Ayres un ettaro di campo per pastorizia vale da 15 a 175 lire conforme a qualità e posizione. Un ettaro invece di campo per ortaglia o giardino si paga da 175 lire a 700.

– Di quello che vale il suolo nelle città per edificarvi si potrà avere un’idea da quest’esempio. Nella capitale di Buenos Ayres un metro quadrato di terreno incolto vale:

Parrocchia                                       Parrocchia

Cattedrale al Nord l.            120.–              di Balvanera l. 3.55

N. S. di Monserat  »              31.50            N.S. del Pilar            » 2.55

San Telmo             »   24.40            di S. Lucia     » 1.70


VII. Allevamento del bestiame

La fonte principale della ricchezza del paese argentino è l’allevamento del bestiame, e soprattutto del bestiame vaccino e lanare. Basti il dire che alla fine dell’anno 1882 si numeravano 14 milioni di capi del bestiame vaccino e 72 milioni di quello lanare. La provincia più ricca in questo  ramo è quella di Buenos Ayres contando secondo il censimento del 1881 del bestiame vaccino 4,754,810 individui e di quel lanare capi 57,838,073. Sette vacche ed un toro, recate dai fratelli Scipione e Vincenzo Goes nel 1553 in un viaggio fatto da costoro ad Asuncion del Paraguay, sono l’origine della enorme quantità degli animali vaccini che pascolano sulle due rive del Plata. I prodotti principali del bestiame come: lane, cuoii, carne, sego, ossa e cenere di ossa ecc. danno il 95 % di tutto il commercio d’esportazione. Se si paragonano fra loro alcuni paesi relativamente al bestiame, risulta che per ogni mille abitanti vi sono:

In Italia           130 capi di bestiame bovino e 324 lana

» Francia       307     »          »          »               646   »

» Spagna      185     »          »          »               1403   »

» Germania   375     »          »          »               596   »

nell’Argentina 5464            »          »          »          27.955 »

Perciò in questa repubblica spetterebbero ad ogni individuo 5 capi di bestiame vaccino e 27 di pecorino senza contare i cavalli che in numerata superano la popolazione di quel paese. In una lega di campo (2700 ettari, pari a iugeri 4691) delle provincie di Entre Rios e Buenos Ayres, in tempi normali, se il terreno è discreto, possono vivere riuniti 2500 capi di bestiame grosso e 20.000 pecore. Prescindendo dal consumo, in annate regolari il bestiame vaccino suole aumentare del doppio ogni 3 anni e così quello lanare, il cavallino poi ogni 5 anni. – Il capitale impiegato nell’allevamento degli animali bovini dà un utile netto del 12 % almeno, e in quello degli animali pecorini il 16 % annuo. Il prezzo degli animali fatti adulti in media è il seguente: un bue lire 75, un cavallo lire 60, una pecora lire 6.

Gli asini poi sono assai a buon prezzo anche colà e con 30 lire si può averne uno de’ più belli. – Non sarà senza interesse pe’ benigni lettori il conoscere il modo di custodire e allevare queste numerose vaccarie e greggie, e con un po’ di pazienza di più da parte loro, lo verrò narrando alla meglio come lo raccontano alcuni de’ nostri ritornati alla patria, e se non varrò ad innamorarli di quella bella vita patriarcale, la colpa sarà proprio mia e tutta mia. Vediamo.

(Continua).


Premetto pria di tutto che ogni possessione privata, sia coltivata a cereali, sia usufruita pel pascolo, è divisa e distinta da ogni altra possessione con siepi di filo di ferro a 5 a 6 fili ognuna; se è a pascolo, i fili inferiori sono vicini tra loro più dei superiori perché i primi devono impedire l’uscita delle pecore. Inoltre osservo che dobbiamo abbandonare qualunque idea delle nostre possessioni europee riguardo ad estensione, se vogliamo bene idearci quelle d’America. – Quei ricchi possidenti residenti a Buenos Ayres tengono possessioni che variano dalle 3 a 10 leghe; e se

una lega supera i 4 mila iugeri, si può dire che il nostro Trentino sarebbe appena sufficiente per una dozzina di simili possessioni. Dippiù a migliore intelligenza noto che quasi dappertutto è pianura o perfetta o semplicemente e debolmente ondulata, eccettuata la gran costa che fiancheggia le Cordigliere e buona parte della Provincia di Cordoba. – Queste pianure oceaniche sono intersecate da frequenti fiumi più o meno grandi ed importanti e che come candide fascie d’argento ornano le perpetue verdure pratensi, e scorrono senza rumore alcuno. Di quando in quando laghi e laghetti rendono più amena la situazione. – Tutto ciò premesso, invito i miei lettori che ormai col pensiero divennero Argentini, a lasciare la capitale di quella Repubblica, e ritirato un biglietto gratuito dall’ufficio d’Emigrazione in contrada 25 Maggio di fronte alla casa d’Emigrazione, venire meco alla stazione della ferrovia. Qual movimento straordinario di commercio! Quanta gente tutta intenta a caricare e scaricare ogni sorta di mercanzie! E quella turba che frettolosa assalta i vagoni con pochi bagagli quasi tutti uomini in frustagno con poche  donne e qualche tenero ragazzo, chi è? ove va? non lo vedete al vestito? Sono nostri fratelli Lombardi, Veneti, Trentini e vanno al campo. – Quella squadra, che monta i vagoni della ferrovia del Nord, va a coltivare la terra, quell’altra che prende la ferrovia del Sud va a darsi alla pastorecchia, e siccome questi sono i più e li conosciamo più da vicino perché sono Giudicariesi, mettiamoci con loro, vedrete che non sarà ingrata la loro compagnia. All’aspetto sono contenti perché presto troveranno altri loro patriotti che gli aspettano, il loro dialetto lombardo è simpatico, franco e sincero il loro trattare. Dunque saliamo un carozzone in loro compagnia e avanti.

Un fischio della macchina secco e senza eco che lo rimandi è il segnale della partenza; un Viva la Merica risponde fragoroso dagli sportelli dei vagoni e va a finire colla simpatica canzone «Pastorelle fortunate» ecc. Una dopo l’altra passiamo oltre le stazioni principali di Altamirano, Chascomas, Adela, Monasterio, Querrero, Letama, Sevignè, e smontati a Dolores un quarto d’ ora per rifocillare un po’ il corpo stanco, risaliamo per arrivare avanti notte all’ultima stazione della nostra escursione a Maipu.

Dopo 10 ore di ferrovia volentieri si prende riposo, fosse pure di un giorno intiero, e noi pure ci fermeremo qui per attendere l’Omnibus o Galera che ci porti innanzi; intanto un magnifico albergo ci attende a passarvi la notte.

Un sacerdote ed una Chiesa serve al bene spirituale di questa città ancora bambina e per il circondario; i nostri patriotti stessi che sono al campo devono venir qui a far battezzare i loro figli e ricevere la benedizione de’ loro matrimonii, e i Sacramenti della Confessione e Comunione, tranne le rare volte che il sacerdote stesso va da loro in visita straordinaria. La Chiesa, che prospettasi dalle finestre dell’albergo, è di recente costruzione come lo è tutta la città; al sacerdote manca ancora la casa canonicale e per ora abita la sagrestia della Chiesa.

Vedete quel giovane di servizio sulla porta del caffè principale vicino all’Albergo? È un nostro patriotta. Nostri patriotti sono pure altri giovani di servizio nelle famiglie principali. – Ma la Galera è pronta; 6 grossi cavalli pestano la terra impazienti di volare pegli immensi spazii di quelle praterie; un giorno intero durerà la corsa per arrivare in mezzo al campo de’ nostri Giudicariesi; ma non temete della lunghezza del viaggio, né delle peripezie de’ nostri stradali. Intanto la polvere non ci farà fastidio, perché l’Omnibus percorre sempre praterie; seccature di frequenti fermate per bagnare l’ugola de’ vetturali non ve ne sono; pericoli di ribaltare neppure, le larghe e grosse ruote della Galera ce ne assicurano; i ronzini non verrano meno lungo la via, perché oltre ai debiti scambi, sono ancora molto bene in carne e non  fanno schifo per le piaghe come i puledri di qualche noto nostro vetturale. Dunque montiamo sicuri e avanti. – Si va, si va, si corre e si corre. Le vacche, le pecore, i cavalli che stanno pascolando, alzano per un momento il capo a vedere il nostro passaggio, guardano un fisso, e poscia con quattro salti indietro ed un saluto in loro favella si lasciano passar oltre.

La Galera finalmente si ferma, il vetturino scende, tiene in mano una chiave; ma che ne farà egli? Vedete voi que’ pali alti più d’un metro e mezzo di fronte a noi e che attraversano tutto quel tratto di prateria quanta ne misura l’occhio? Que’ sono i sostegni del filo di ferro che invece di siepe attorniano tutto un campo, ossia possessione di pascolo. – Il vetturale pratico de’ luoghi giunse colla Galera vicino ad una delle tante entrate del campo e colla chiave in mano aprirà l’ingresso alla Galera. Ciò fatto e condotti i cavalli al passo oltre il confine, chiude la porta, ascende al suo posto e avanti.

Ma ove sono le abitazioni de’ padroni del campo, ove le baite, ove i guardiani delle armente e delle pecore? Un poco ancora e sarete appagati. Vedete laggiù in fondo un indizio di alberi? Quello è il segnale dell’abitazione dell’uomo. – Ecco che tra mezzo ai folti rami si scorge qualche cosa di bianco, è la casa del padrone; ecco vicino a quel gruppo pittoresco un giardino, orti e prati artificiali; di quà, di là grandi serragli o mandre fatti col solito mezzo de’ pali e filo di ferro. Una sfuriata di scudisciate del nostro vetturale, ed un segnale di tromba vi farà il miracolo della risurrezione. – Uno, due, tre, fino a 10 individui di varie età eccoli frettolosi farsi vivi e presenti e correre incontro alla Galera. Non credete mica che sia l’aspettazione delle nostre riverite persone che li fa affrettare, niente affatto.

– Sono le lettere che attendono dalla patria, sono i frequenti arrivi di qualche patriotta che li elettrizzano in tanta loro solitudine. – La vettura si ferma, il gentile invito del conduttore ci fa scendere chè siamo arrivati ai primi campi della Marchiquite, nel qual distretto sono occupati come guardiani di pecore e bestie bovine oltre a 100 Lomasini. – Il luogo ove siamo è precisamente «l’Estancia de l’Armonia» del sig. Emanuel de Cobo.

Dunque scendiamo. – Oh quale scena commovente ci si presenta innanzi! Grida di gioia, pianti di giubilo, baci e strette di mano, un chiedere notizie da una parte e dall’altra, ad un tempo un misto di dialetto giudicariese de’ testè arrivati con quello spagnolo de’ ritrovati, le foggie del vestito degli uni e degli altri rendono perfetto il quadro meraviglioso. – Lasciamo andare innanzi la Galera; ed accettiamo anche noi il cordiale invito, ed entriamo assieme nella più vicina abitazione. – Una giovine donna con un figlio in mano ed uno in braccio ci riceve sulla porta della casa rustica de’ guardiani a servizio immediato del padrone. – L’abitazione è alla patriarcale. Una grande cucina a piano terra è la sala di ricevimento. Il fuoco senza focolaio sta nel mezzo attorniato da numerose panche di legno, sediamoci perché la bibita della Jerba mate è pronta. – Giunti a questo punto devo pagare un debito che ho col lettore, cioè di far conoscere la maniera di prendere questa bibita ed i suoi effetti igienici come promisi al capitolo V. La Jerba mate adunque (ElexParaguayensis) è una pianta preziosa della provincia delle Missioni sul fare poco su poco giù della nostra erba Sommaco (Foiarola). Essicata si pesta e si mette in commercio a sacchi più o meno voluminosi da 2 a 10 chilogrammi. – Ha un valore relativamente elevato di fronte agli altri articoli di consumo. Il modo di preparare la bevanda del mate è il seguente: si mette in una pentola l’acqua pura e si fa bollire; intanto si prende un vaso a stretto imbuto o meglio una piccola zucca vuota e forata nella sua maggior grossezza in modo che vi possa penetrare una cannuccia guarnita d’un pomolo buccheratoferiamente. – Riempita la zucca e messavi la cannuccia dalla parte del pomolo vi si versa l’acqua bollente che tosto si assorbe. Finito l’assorbimento della prima acqua infusa, si torna ad infondere e si passa la bibita al compagno vicino onde alla sua volta gusti la sua parte, e così ripetesi l’operazione finchè tutti i presenti abbiano bevuto del caro liquore. – È vero che questo modo di usare detta bevanda, facendo uso del medesimo recipiente e dello stesso cannello, non fa tanto buon stomaco a noi usi ad un delicato galateo, ma osservo che il cannello è di argento puro e perciò, come dicono i nostri americani, non v’è pericolo di contrarre alcun malore. Osservo però che fra le persone signorili il galateo è osservato appuntino ed ognuno è fornito del proprio apparecchio per prendere questa bevanda. – Gli effetti igienici dell’Jerba mate sono: rinforza il ventricolo, ajutaassaissimo la digestione, elettrizza tutto l’organismo in modo che dopo detta bevanda il corpo nostro è più agile al lavoro e più robusto. In una parola fa gli effetti di un buon caffè, o di un bicchier di vino; e se un antirosminiano trentino scrivea sopra l’etichetta di una bottiglia di vin bianco le parole «origine delle idee» queste medesime parole si dovrebbero scrivere o meglio incidere sulla zucca per l’Jerba mate!.. Il sapore della bevanda è amarognolo anzichenò, e le nostre donne use al caffè dolcificato, giunte in America non possono a meno di aggiungere al mate buona dose di zuccaro; gli uomini però lo prendono per lo più senza zuccaro – Ora che sappiamo il modo e gli effetti della bevanda, non facciamo gli schifiltosi, accettiamo la bibita che ci offre la padrona di casa e ascoltiamo le varie notizie che sul conto loro ci danno i nostri buoni ospiti – In questo distretto della Marchiquita e sue vicinanze stanno quasi tutti i Lomasini emigrati in questi ultimi anni alla Repubblica Argentina; parte sono in servizio in qualità di pastori o di domestici presso i signori possidenti del paese, e parte sono proprietari od affituali di pecore che pascolano negli stessi possedimenti de’ loro padroni. Ogni campo è diviso da un’altro per mezzo di siepi di filo di ferro. Ogni siepe, come si disse sopra, consta dai 5 ai 6 fili sostenuti alla distanza dai 20 ai 40 metri da pali di un legno durissimo e stirati con macchine in modo da impedir l’uscita tanto alle pecore che ai grossi animali – Di quando in quando sonvi grandi e piccole uscite (portelle) per gli Omnibus e carri e per la gente a cavallo – Entro il campo e possibilmente sulla linea del passaggio delle Galere è sita l’abitazione del padrone del campo fatta regolarmente di mattoni ad un solo piano, circondata da orti e giardini per legumi ed erbaggi ad uso interno. Vicino a questa stanno due o più case rustiche formate per lo più non di mattoni ma di terra impastata col fieno ed essicata al sole, coperte di paglia. Altre simili baite a debita distanza circondano tutto il campo ove abitano le singole famiglie di pastori o a servizio immediato od a mezzadria ad un terzo per cento di utile netto – Anni fa qualcuno de’ nostri emigrati teneva le pecore de’ suoi padroni a metà utile, ma ora che i prodotti della lana migliorarono con razze più buone e scelte, ed il commercio divenne più attivo, fanno affari migliori tenendole anche ad un terzo – Non pochi de’ vostri impiegarono i loro risparmi comperando addirittura dai loro padroni le pecore col diritto di pascolo nel campo stesso, ed in questo modo negli anni normali il loro capitale frutta per fino il 50 %.

                                                                       (Continua).


Il campo ove ora siamo è proprietà, come si disse, di Don Emanuel de Cobo detto «La Armonia». Ha una estensione di 8 leghe quadrate, (21,600 ettari pari a iugeri 37,128) con più di 25 mila capi di bestiame vaccino e cavallino e quasi il doppio di bestiame pecorino. – Intorno alla casa del padrone e alle baite de’ guardiani sonvi alcuni ari di prati artificiali di erba medica e trifoglio per mantenere i buoi ed i cavalli di servizio e le vacche mesticate onde averne il latte necessario. Tutto il resto del campo è prato naturale quale uscì dalle mani del Creatore. Gli animali bovini e cavallini vivono liberi tutto il tempo dell’anno, il lavoro de’ guardiani consiste nel premunirli dai mali contagiosi curandone le eventuali infermità, nel procurarne il miglioramento delle razze colla introduzione di sempre nuovi e migliori riproduttori, e nel scegliere i migliori capi pel macello ad uso interno e pel commercio. Quasi ogni giorno occorre un animale bovino pel consumo del campo, ed allora due guardiani a cavallo entrano in mezzo allo sciame de’ bovini, gettano il laccio ad uno de’ più pingui, lo fermano, lo atterrano a lor modo ed in poco tempo viene ucciso e sventrato; la carne viene condotta all’abitazione e distribuita ai varii inquilini pel consumo. Se si tratta poi di venderli alle macellerie delle città, allora la scelta vien fatta in altra maniera che merita d’essere descritta. – Ogni famiglia di guardiani e molto più quella vicina alla casa del padrone, possiede uno o più paia di buoi domestici pei lavori degli orti o per condurre il fieno ed altri lavori. Ora quando si vuole vendere pel macello una partita di animali bovini, che per lo più consta dai 200 ai 600 capi, si conducono questi buoi domestici vicino al pascolo degli animali selvatici e si lasciano quivi pascolare liberamente.

Intanto cinque o sei uomini a cavallo vanno adocchiando i migliori capi del bestiame pel macello, e fattane la scelta, a due, tre, quattro li fanno avvicinare ai buoi domestici, co’ quali anche gli animali selvatici si associano volentieri, e così continuano la caccia finchè hanno raccolto il numero stabilito. – Finita l’operazione della scelta, un grido di comando diretto ai buoi domestici e già usi a questa specie di caccia, fa partire tutta quella mandra verso l’abitazione, ed i buoi domestici che servirono di zimbello vanno innanzi e li segue fedelmente il resto della truppa tenuta a vista dagli uomini a cavallo. – Vicino alla casa sta preparato un recinto apposito fatto esso pure con siepi di pali e filo di ferro coll’entrata larga e che va poi a finire con una uscita stretta formando così la figura d’un y ipsilon. I buoi entrano francamente seguiti dal resto della comitiva nel recinto e continuano il loro cammino fino alla uscita; passano anche questa, ma appena essi sono usciti uno de’ guardiani chiude la porta, mentre gli altri chiudono in pari tempo l’entrata e così tutti gli animali scielti al macello sono riuniti nel recinto con poca fatica. Quivi i macellai esaminano la partita e si tratta la compra-vendita. – Stabilito il contratto si deve pensare a condurre tutta la truppa al macello che per lo più è distante dalle 4 alle 5 giornate di cammino. – Anche qui si lavora alla patriarcale ed in modo sui generis. Si preparano una dozzina e più di cavalli addomesticati e già usi essi pure al loro mestiere. Questi come tanti battistrada precedono gli animali da macello che si lasciano andar liberi fuori dal recinto per una porta laterale, due guardiani a cavallo guardano le ale dell’esercito animalesco e due difendono la ritirata e cacciano innanzi i restìi. Il cammino si fa in linea retta alla meta destinata, e perciò si devono passare altri campi altre possessioni per le quali ognuno ha libertà di fare traversate e le fermate necessarie: Il primo giorno di cammino dà molto a fare ai guardiani perchè gli animali pieni di buon tempo e non usi a simili escursioni corrono furiosi. Giunta la notte del primo dì l’avanguardia cavallina si ferma e così tutto il corpo dell’esercito stanco ed estenuato, e tutti si sdraiano a terra guardie e guardati per un riposo necessario.  – La mattina dopo d’avere preso cibo, gli uomini coll’uccisione e cottura d’uno degli animali, e le bestie col pascolo dell’erba, si continua il viaggio come il dì innanzi fino alla città o macello. – I cavalli dell’avanguardia servono anche pel cambio a quelli di servizio pei guardiani; quando per esempio un cavallo è stanco di portare il cavalcatore, viene fermato uno dell’avanguardia per cavalcare, mentre l’altro lasciato libero va a raggiungere i suoi compagni di viaggio. – La guarnitura d’un cavallo montato è questa: tre o quattro coperte; la sella con due rotoli di lana o fieno dinnanzi e di dietro, la briglia; il cavalcatore poi vi aggiunge l’indivisibile Poncho un mantello tutta lana più o meno prezioso senza maniche con un semplice taglio in mezzo per passarvi il capo, il quale copre tutto l’ uomo a cavallo e buona parte del cavallo stesso. Questa guarnitura del cavallo diviene alla notte il letto del cavaliere; il Poncho fa da coperta da notte, da mantello pel freddo e da parapioggia, i rotoli di lana da cuscino e le tre coperte da materasso, la luna da candelliere e le stelle con bella simmetria ornano la volta della camera da notte.

Le pecore poi non si lasciano pascolare affatto libere come gli animali vaccini, ma invece si tengono guardate in dati luoghi ed ogni sera si conducono all’ovile. Gli agnelli da razza perché costano molto, alla sera si separano dal gregge e vengono custoditi in apposita stalla. Di frequente si esamina ogni singola pecora per vedere se è attaccata dalla rogna. Trovatone qualcheduna infetta, viene subito curata con rasciatura della pelle per mezzo del coltello e coll’infusione d’un unguento efficacissimo all’uopo. – Bello è il vedere durante il pascolo il giuoco degli agnellini da latte. Ad una data ora essi si dividono quasi tutti dalle loro madri, e fatto un gregge a parte si avvicinano a qualche laghetto o ruscello e quivi per ore continue scherzano tra loro con tali varietà di caròle e capitombole che incantano anche provetti pastori. – Ad un’altra ora stabilita dal loro istinto cessano dai giuochi e corrono tutti dalle loro madri a prendere il cibo, per ritornare poscia di nuovo agli innocenti trastulli. Ma ritorniamo alla capanna de’ nostri ospiti che presto è in pronto il pranzo. Vedrete che se l’appetito vi serve, avrete di soddisfarlo pienamente. – Prima però osservate che qui si cuociono le vivande senza legna, si supplisce con torba non di palude, ma cavata dagli ovili delle pecore ove furono a mandria un anno innanzi. Questa torba secca al sole arde benissimo a fa buone bragie per gli arrosti. – Una pentola voluminosa sta nel mezzo del fuoco appesa alla catena. Contiene carne in abbondanza; appena schiumata la carne vi si aggiunge una dose regolare e proporzionata di patate a fette, di zucche e di panocchie in latte di granoturco. Ne esce un brodo saporito e dolce da innamorare lo stomaco più delicato. Le pannocchie cotte servono come appresso della carne lessa. – Alcuni spiedi fissi attorno al fuoco sostengono infilzati buoni pezzi di carne di manzo, la quale arrostita da una parte, si volta dall’altra. Si toglie infine dal fuoco perfettamente arrostita; s’impianta lo spiedo ritto in mezzo alla cucina, ed ognuno da sé va a toglierne la quantità che desidera. – Che bocconi da prete! ed invece sono bocconi da pecoraii! Il vino è bandito dalla tavola de’ nostri mandriani, un’acqua eccellente vi supplisce benissimo; dopo pranzo però non manca mai il cafè, il mate, o il thè, e qualche volta si vede far capolino qualche bottiglia di Rum meno bugiardo del nostro europeo. – A dir breve si mangia bene e a buon mercato, e la fame è assolutamente bandita dalla terra argentina. – Ora che abbiamo gustato i cibi del campo, salutiamo i nostri ospiti, accettiamo le cavalcature che generosamente ci offrono, ed in compagnia di due fra loro attraversiamo altri campi ed altri pascoli chè un desiderio vivissimo mi spinge a vedere la nuova capitale «la Plata» ove moltissimi nostri patrioti lavorano presentemente. Dopo tre giorni di scorreria a cavallo in mezzo ad infinite truppe di vacche e di pecore eccoci nelle vicinanze della nuova città. Dalla Marchiquita alla Plata abbiamo percorso oltre i 200 chilometri da Sud a Nord. Niente di nuovo da descriversi durante il tragitto. – Tutte possessioni pascolive divise tra loro dalle solite siepi, capanne e baite sparse qua e là e qualche casa signorile, soggiorno estivo del padrone del campo. – Ma arrivati alla Plata, ecco la scena tutta mutata. – Se volete farvi un’idea del passaggio degli israeliti dall’Egitto alla terra promessa bisogna proprio venir qui. Vedete voi quelle tende infinite di numero sparse qua e là per quanto può tirar l’occhio? Paion proprio le tende del popolo ebreo emigrante; ma sono invece le abitazioni de’ nostri operai, trentini, lombardi e veneti la maggior parte! Arrivati qua da pochi mesi devono contentarsi di quest’abitazione provvisoria, ma spettate ancora pochi mesi e la scena sarà del tutto mutata. – Ove oro sono le semplici tende avremo una città compita. Vedete voi là giù in fondo verso il mare? Quattro mesi fa non v’erano che tre o quattro capannuccie di canne, ed ora? Quattrocento e più fabbricati sono già compiuti! Cinque linee di ferrovia sono in via di costruzione, una già in attività con Buenos-Ayres, e le altre dirette a Magdalena, ad Altamirano ed altre stazioni sulla linea di Buenos-Ayres Maipu. – Numerosi tramvai percorrono le contrade di questa futura capitale provinciale sempre carichi di persone e materiali per nuovi fabbricati. Anche la Chiesa che nella mappa è segnata col N. 1, presto s’alzerà da terra e condotta a termine, e con ciò appagati saranno i desiderii più ardenti de’ nostri, che assolutamente non possono vivere felici senza Chiesa e senza sacerdoti. Il materiale per fabbricare consiste per lo più in tegole di terra cotta. Il cemento per fabbrica è composto semplicemente di terra bagnata con acqua ed impastata co’ piedi. Fa il medesimo effetto della nostra malta. Per dare il bianco poi all’esterno ed all’interno delle case si usa calce mescolata a lumache di mare peste che suppliscono benissimo alla mancanza di sabbia. – Salutiamo di volo i nostri compaesani trentini, auguriamo loro ogni ben di Dio; il treno diretto a Buenos-Ayres è pronto alla partenza e noi dobbiamo portarci colà per discorrere di molte altre cose che se non sono proprio utili per noi, lo saranno certo per tanti altri nostri trentini costretti a lasciare la patria e salvarsi in America. 

(Continua).


VIII. Industrie

Dove l’allevamento del bestiame ed il commercio da esso dipendente sono fonti abbondanti di risorse per una popolazione assai scarsa in questo territorio estesissimo, e dove la stessa agricoltura sebbene bambina offre già all’attività dei coloni un impiego assai proficuo, non possono al certo sussistere altre industrie importanti. – È per questo che all’infuori de’ macchinismi per le fabbriche dello zuccaro e del carbone e dei mulini per la trasformazione della materia prima onde convertirla in articolo di consumo, si notano solo come industrie i salatoii per le carni e qualche fonderia di minerali metalliferi, essendo le altre industrie esercitate con poco capitale o col semplice lavoro manuale dell’operaio da non meritarne una rassegna in proposito.

Se non si scoprono in avvenire grandi miniere metallifere in vicinanza di altre miniere carbonifere, non si può certo dire che questo paese diventi ricco per le industrie manifattrici. – Ma meglio così. – L’avvenire di questa plaga americana è già bene assicurato nell’allevamento del  bestiame, ove si van raffinando le razze sempre più, e nell’agricoltura che a passi di gigante va prosperando con la coltura di nuovi articoli agricoli e con maggiori zone di terreno coltivato. Inoltre l’agricoltura e la pastoreccia si presentano molto meglio per popolare uniformemente questa repubblica, e con ciò ne sarà sempre più assicurata la tranquillità interna. Non pretendo per la mancanza delle grandi industrie esistervi que’ centri eccessivamente grandi come si hanno in Europa, mancheranno così anche i focolari di quelle quistionichiamate sociali e che da poco tempo sotto i nomi di comunismo, socialismo e nichilismo commuovono le maggiori contrade europee. Nell’Argentina questione sociale non v’è, né i disordini conseguenti, ma il lavoratore europeo che paventa i conflitti de’ socialisti a casa sua, può recarsi fidente colà ove lo attende una vita tranquilla ed affatto esente da simili paure.

I salatoii di carne sopra nominati e che formano un’industria non indifferente in questa repubblica, sono 21, la maggior parte nella sola provincia di Buenos Ayres, con un capitale di 35 milioni di lire, ove si macellano 900 mila capi di bestiame vaccino e più. Nel 1881 questi stabilimenti produssero: carne secca chilogrammi 22 milioni pel valore di lire 12 milioni, sego e grasso fuso chilogrammi 10 milioni pel valore di lire 7 milioni.

In questo conteggio non sono calcolati né le pelli, né le ossa ecc. capaci questi articoli di una rendita di lire 45 milioni.

Nella città di San Nicolas sul fiume Rio della Plata esiste una fabbrica francese ove preparasi la carne fresca per esportazioni in Europa col sistema frigorifero e due altre simili imprese sostenute da inglesi sono in via di formazione.

Tralasciando di parlare in dettaglio delle industrie metallifere, noterò invece quella dello zuccaro che ha fatto in questi tre ultimi anni notevoli progressi e ne presenta di maggiori. – Nell’anno 1882 si calcolava il prodotto della canna  dazuccaro nella sola provincia di Tucuman a 9 milioni di chilog. e a 3 milioni nelle altre provincie. Importandosi nella repubblica 26 milioni di chilog. di zuccaro e consumandosi annualmente 38 milioni, un terzo di questo consumo è somministrato dalla produzione interna. Dall’incremento che viene ora dato a quest’industria, si può a buon diritto ed in breve tempo attendersi quel giorno fortunato che la repubblica Argentina si raddolcirà le labbra con zuccaro tutto suo.


IX. Commercio

Un paese produttore di materie prime su così vasta scala come lo è questo, e nello stesso tempo difettoso di industrie manifattrici, deve per necessità dar vita ad un notevole commercio d’esportazione dei prodotti che gli avanzano dall’industria del bestiame e d’importazione degli arti-coli manufatti che gli mancano. E per vero relativamente alla sua popolazione il paese è molto commerciale come lo provano le cifre seguenti:

Nel 1882 l’importazione totale dava lire 296 milioni, e quella d’esportazione totale dava lire 292 milioni.

Compreso il commercio di semplice transito e quello delle transazioni metalliche si ha un movimento commerciale complessivo di 687 milioni di lire annue. La sola provincia di Buenos-Ayres figura nell’importazione coll’80%, e nell’esportazione col 69%.

Gli articoli maggiori d’importazione sono: vino 10%, tessuti di cotone 12%, commestibili in genere 7%, abiti fatti 5%, chincaglieria, ferreria ed oggetti d’arte 10% e zuccaro 7%. – Quelli d’esportazione sono: lana 54%, cuoi 23%, carne secca 4% ecc. Distribuendo il valore totale del commercio esterno fra gli abitanti di ogni paese, risulta che spettano per testa:

Inghilterra                 lire 455                      Austria                       lire 85

Francia                        »  240                      Italia                           »   80

Repubblica Argentina»  220                     Portogallo                »   60

Germania                    »  185                      Russia                       »   55

Stati Uniti                    »  170                      Paraguay                  »   35

Chilì                             »  160                      Spagna                       »   15

Brasile             »  105

La conclusione di quest’articolo è facile farsi. La Repubblica Argentina per riguardo al commercio è inferiore solo all’Inghilterra e Francia e supera del resto tutte le altre nazioni, e di gran lunga l’Austria ed Italia ben più note ai lettori di questi scarabocchi alla buona.


X. Mezzi di comunicazione

Quest’articolo a migliore intelligenza lo suddivideremo nei singoli mezzi di comunicazione quali sono le ferrovie, la navigazione, le messaggerie (galere), le poste, le tramvie, il telegrafo e il telefono.

a) Ferrovie. Nell’anno 1882 v’ erano in esercizio chilometri 2590 di strade ferroviarie, ed in costruzione e progetto altri 2777 chilometri; cosicchè in poco tempo si avrà una percorrenza ferroviaria di chilom. 5367. L’utile della somma impiegata nelle strade ferrate è del 7%. I biglietti di I.a classe sulle linee ferroviarie nella repubblica in termine medio è di lire 14 ogni 100 chilometri; quello di II.a classe di lire 9. Non posso dare il prezzo della III.a classe per la semplicissima ragione che colà non esiste.

b) Navigazione. Nell’anno scorso la navigazione esterna diede:

Entrati in tutto N. 6071 bastimenti con 1 ½ milione di tonnellate.

Partiti in tutto 4765 bastimenti con 1 1/3 milione di tonnellate.

Il solo porto di Buenos Ayres ebbe il 59% di questa navigazione; le bandiere poi dei bastimenti furono:

Inglesi 31%, francesi 16%, nazionali 13%, italiane 9%, tedesche 6% ecc. La navigazione interna fatta nei fiumi Paranà, Uruguay, Rio della Plata diede nello stesso anno queste cifre:

Bastimenti entrati 21,727, partiti 22,207, ripartiti nei seguenti porti: Buenos Ayres e Campana 24%, Rosario 17%, San Nicolas 13%ecc.; corrispondendo in questo traffico alla bandiera nazionale il 57%, all’inglese il 24% ed il resto ad altre diverse bandiere.

c) Messaggerie o Galere. Nei centri ove il commercio non arriva a compensare le spese delle vie ferree, esistono invece numerose linee di messaggerie che trasportano passeggeri, i loro bagagli e mercanzie di poco peso e volume. Il governo nazionale sovvenziona tutte queste linee con 50 mila lire al mese! Nella sola provincia di Buenos Ayres p. e. vi sono 51 imprese di messaggerie con 262 veicoli e 10,988 cavalli, dirigendo questo servizio 935 individui.

d) Poste. Le cifre sottosegnate daranno un’idea del servizio postale della repubblica durante l’anno 1881.

Corrispondenze all’estero   3,571,111 pieghi

»           all’interno 12,285,000   

specificati i pieghi come segue:

Lettere 9,131,182; stampati 6,132,371; note ufficiali 591,558. Le cifre di precedenza e destinazione coll’Italia p. e. furono: lettere 342,768; stampati 104,130.

Il servizio di comunicazione internazionale è stato fatto da 934 corrieri a vapore, dei quali 254 diretti all’Europa. – Il prodotto delle poste è di 60 centesimi di lira per lettera di 15 grammi e pei giornali fino a grammi 50 di centesimi 10. – Qui per transenam osservo che da Buenos Ayres al campo ove abitano molti de’ nostri trentini e ove c’è la piccola bagatella di oltre 200 chilometri, in soli due giorni hanno a domicilio le loro lettere, mentre (risumteneatis amici) qui nell’ Austria v’è un comune che riceve le lettere dopo tre giorni che sono arrivate alla posta la quale è distante forse 6 (dico sei) chilometri – Evviva il progresso!

e) Tramvie. Cinque compagnie di tramvie nella capitale di Buenos Ayres hanno gettato i propriibinarii sopra una longitudine di 152 chilometri. Tutte assieme queste tramvie trasportarono l’anno passato 15 milioni di passeggeri. E esistono inoltre 15 chilometri di simili vie nei diversi paesi della provincia bonearese e due imprese a Cordoba ed una a Rosario.

f) Telegrafi. Il servizio telegrafico sulle linee nazionali nel 1882 fu di 359 mila telegrammi. La estensione delle linee telegrafiche è nel complessivo di chilometri 11,594, oltre a chilometri 520 in costruzione e chilometri 1444 in progetto. Il servizio è disimpegnato da 110 ufficii con 420 impiegati. Il paese è in comunicazione con l’Europa con una linea telegrafica che è parte fluviale, parte terrestre e parte sottomarina. Un telegramma per la Germania e l’Italia costa lire 47 per la prima parola e lire 21 ogni parola seguente.

g) Telefoni. Il servizio pubblico dei telefoni è stato stabilito a Buenos-Ayres fino dal 1881 a mezzo di due compagnie telefoniche. Queste due imprese hanno 1125 linee con un’estensione di filo-ferro di chilometri 2443. Gli abbonati sono 1500 serviti da 29 ufficii e 205 impiegati. L’abbonamento è di lire mensili 35. Buenos Ayres sorpassa tutte le grandi città europee in fatto di tramvie e così pure le supera di molto nel servizio telefonico come è chiaro il vederlo dalle seguenti cifre che danno le statistiche recentissime.

Buenos-Ayres         1 abbon. al telefono per ogni   173 abit.

Parigi                        1     »              »               »       864   » 

Vienna                      1     »              »               »      1170   » 

Berlino                      1     »              »               »      1930   » 

Londra                      1     »              »               »       2375   » 

(Continua).


XI. Città di Buenos Ayres

Questa magnifica e simpatica città è situata sulla sponda destra del Rio della Plata e contava alla fine del 1882 una popolazione di 295,000 abitanti con un’estensione approssimativa di 4540 ettari. – Viene retta da proprio Municipio e nello stesso tempo è sotto la giurisdizione nazionale essendone stato federalizzato il municipio dal congresso con legge dei 21 settembre 1880. – La città è sede del governo nazionale, di un Arcivescovo, e di tutti i ministri stranieri accreditati presso il governo di quella repubblica. – Qui si incrocicchiano cinque strade ferrate, una delle quali percorre tutta la riva del fiume che qui possiamo dire anche mare stante la sua straordinaria larghezza. – Evvi una Università con tre facoltà di diritto e scienze sociali, medicina, e scienze fisico-matematiche. Trovansi pure in questa capitale: un Museo di storia naturale con assaii preziosi esemplari della fauna fossile di quella parte di continente americano; un Museo di archeologia ed antropologia; una biblioteca nazionale, varie altre biblioteche popolari ed alcune appartenenti a differenti amministrazioni; una dogana molto importante che controlla annualmente un commercio esterno ed interno di 555 milioni di lire; una zecca; un asilo d’emigrazione con relativo ufficio; 9 mercati – un grande carcere penitenziario – 11 ospitali – 2 manicomii – 1 orfanotrofio – 1 asilo pegli invalidi – 1 asilo materno – 7 banche – 7 teatri – 1 borsa di commercio – 45 stamperie ecc.

Un magnifico Parco detto «3 de Febrero» che contiene parecchie collezioni zoologiche, è la passeggiata favorita della società bonearense. Questo parco assieme a due altri passeggi pubblici ed a 10 piazze provviste di 14 fontane, sì gli uni che gli altri bene ombreggiati da alberi, costituiscono i polmoni della città dalle buone arie.

Il servizio dell’illuminazione nell’interno della città è fatto da tre compagnie di gas, al di fuori con l’illuminazione a petrolio. Oltre a 6000 case sono provvedute di acqua potabile. Nel resto si beve l’acqua de’ pozzi o quella di cisterne o del fiume che si vende in botti dagli acquaroli. In caso d’incendio nei condotti delle acque potabili vi sono 1190 cocche per le pompe idrauliche.

Il lastricato della città tra breve sarà tutto fatto di selce come lo è già al presente per la maggior parte. Sotto alla città corrono per 63 chilometri le cloache che portano al fiume e poi al mare senza rumore e senza odore le sostanze balsamiche che qui da noi danno molto a fare ai famosi macchinisti detti per ridicolo inodori!

Tra le sette banche stabilite nella città primeggiano «la Banca provinciale» colle sue 24 succursali sparse in tutte le parti della provincia, e «la Banca nazionale» con 17 succursali e 14 agenzie stabilite nelle Provincie della repubblica. La Banca provinciale ha un attivo all’incirca di 500 milioni di lire ed un proprio capitale di lire 150 milioni. Essa riceve depositi volontari che non sieno al dissotto di lire 80. I depositi hanno diritto ad interesse se vengono ritirati dopo i 60 giorni, trascorsi i quali l’interesse decorre dal primo giorno nel quale venne depositato il capitale. Gli interessi si pagano nei primi giorni del mese e quando si ritirano i capitali, quelli che non vengono ritirati durante un anno si capitalizzano. Oltre a queste due banche havvi ancora la «Banca d’Italia e Rio della Plata» che come le due sorelle soprannominate riceve depositi commerciali disponibili in qualsiasi momento. Tre volte alla settimana sconta lettere con firme accreditate a 90 giorni ed anche cambiali dai 7 giorni a 6 mesi, a patto ch’esse vengano pagate per intero alla scadenza. Sconta anche in oro effettivo cambiali non eccedendo esse i 4 mesi di termine alla condizione ch’esse pure vengano pagate alla loro scadenza colla stessa valuta. Negozia giri sopra le principali piazze d’Europa, non esclusa la nostra Trento; fa prestiti al governo della provincia previa autorizzazione della legislatura; presta anche ad imprese industriali private con debite garanzie. Da questi dati bancarii si possono facilmente dedurne i vantaggi che godono gli emigranti, imperocchè il loro danaro guadagnato non resterà inoperoso neppure un momento ma messo al sicuro con un frutto abbondante.

Oltre all’Università esiste il Seminario arcivescovile, un Collegio nazionale per l’insegnamento preparatorio all’Ateneo, varii altri Istituti religiosi e laici, due scuole normali, maschile e femminile. – Sonvi in tutto 152 scuole pubbliche e 112 private, con 19 mila alunni nelle prime e 9 mila nelle seconde.


XII. Istruzione – Istituti pubblici – Biblioteche – Stampa

L’istruzione superiore è data in due Università, una giù sopra accennata nella capitale, e l’altra nella città di Cordoba, ed in due scuole tecniche, la scuola degli ingegneri in San Zuan e d’agricoltura in Mendoza. L’istruzione secondaria è impartita in 14 collegi nazionali stabiliti in ogni provincia con un totale di 266 professori e 2944 alunni. L’insegnamento primario poi venne impartito nell’anno 1882 in 1985 scuole fra nazionali, provinciali, municipali e private da 3544 maestri con 128,919 alunni. – Oltre a questi Istituti esiste nella provincia di Buenos-Ayres una scuola di veterinaria ed agronomia e 4 scuole militari. – Riassumendo, esistono nella repubblica Argentina per tutte le classi d’insegnamento 2023 Istituti diversi con 4097 docenti e 136,928 alunni d’ambo i sessi.

I principali stabilimenti scientifici sono: l’Osservatorio astronomico di Cordoba – l’ufficio centrale di Meteorologia pure in Cordoba – l’Accademia nazionale di scienze in Cordoba – il Museo di storia naturale con quello di Archeologia ed Antropologia – l’ufficio d’Idrografia e l’Osservatorio marittimo in Buenos-Ayres. – Esistono inoltre varie società scientifiche private per il progresso della geografia, della medicina e delle scienze in generale.

In tutte le capitali di provincia ed altri centri di qualche importanza esistono biblioteche pubbliche, nazionali, provinciali o municipali. Così p. es. nella sola provincia di Buenos-Ayres vi sono 49 biblioteche formate da 77,500 volumi; in quella di Santa Fèsonvi 8 biblioteche con 21 mila volumi.

La stampa periodica e specialmente politica ha numerosi organi di pubblicità in tutta la repubblica, ma specialmente nella capitale. In questa evvi un giornale quotidiano con una tiratura di 8 mila copie e che fa fronte ad un capitale preventivo annuo di 600,000 lire, mettendo in movimento annualmente un capitale di tre milioni di lire. – Nella sola capitale vedono la luce 98 pubblicazioni tra diarii, periodici e riviste, delle quali 5 in italiano, 3 in francese, 3 in inglese e 3 in tedesco. Nell’anno 1882 si stamparono in tutta la repubblica 224 pubblicazioni, delle quali erano politiche e notiziose 124, servendo il resto agli interessi della letteratura, agricoltura e delle scienze in generale.                                                          (Continua).


XIII. Forze militari

La repubblica Argentina in pace con tutti i suoi vicini è totalmente aliena da ambizioni di conquista e di redenzione, ma invece tutta intenta a promuovere il vero benessere de’ suoi cittadini, non abbisogna che di un piccolo numero di forze militari per difendere i centri popolosi dalle invasioni degli indigeni selvaggi. Infatti le forze di linea alla fine del 1882 si componevano in tutto di 6977 uomini con 484 ufficiali, divisi in 12 battaglioni di fanteria e 10 reggimenti di cavalleria con 2 di artiglieria.

La marina conta 3 corazzate, 1 torpediniera, 6 cannoniere, 2 trasporti, 6 vapori e 10 bastimenti minori. – Poca forza militare in vero sembrerà questa a noi usi a vivere in mezzo a selve di baionette e guardati da ogni altura da bocche di cannone, ma là oltre il mare in tempo di pace ne hanno a sufficienza di questo contingente; in caso di urgente bisogno poi anche la repubblica Argentina ha la sua gran forza per difendersi dagli assalti nemici, e questa consiste nella nazione armata, la quale sotto il nome di guardia nazionale forma un esercito di più di 350 mila armati. L’esercito e la marina riempiono i loro quadri mediante l’arruolamento volontario per un tempo determinato e non esiste il progresso europeo del contributo di sangue con le leve forzose; chè noi siamo già grandi e là non sono ancor nati!


XIV. Passaggio da Genova a Buenos-Ayres

Il passaggio degli emigranti da Genova a Buenos-Ayres costa dalle 160 alle 200 lire in terza classe sui vapori delle compagnie italiane N. Chiaffino, Rocco Biaggio e figlio e Lavarello.

Gli immigrati giunti al porto di Buenos-Ayres vengono sbarcati assieme a loro bagagli per conto del governo Argentino che gli alloggia e mantiene nella casa d’Immigrazione durante 5 giorni gratuitamente. – In questo intervallo di tempo, se non hanno destinazione stabilita, il governo stesso trova loro lavoro senza esigere nessuna mercede, essendo di più liberi di scegliere il luogo ove desiderano recarsi come il genere d’occupazione cui a preferenza vogliono dedicarsi. Dalla casa d’immigrazione fino al punto ove intende lavorare, l’immigrante viene inviato a spese del governo. L’ufficio d’immigrazione rilascia un certificato all’immigrante, con questo si presenta alla stazione ferroviaria ove riceve il biglietto gratuito di viaggio fino alle sua destinazione. Chi desiderasse maggiori articolari in proposito, può dirigeRsi alla commissione generale d’Immigrazione in Buenos-Ayres, Via 25 maggio N. 213, che prontamente e gentilmente ne sarà servito.


XV. Salarii e costo del vitto

Attualmente ai lavoratori vengono offerti i seguenti salarii:

Contadini da 70 alle 120 lire al mese con alloggio e vitto.

Giornalieri per ferrovie da 80 a 120 lire al mese od anche dalle 5 a 9 lire al giorno; oppure da 80 centesimi a 2 lire per ogni metro cubo di terra smossa. Vi è grande richiesta di questa classe di lavoratori. – Un bracciante molto bravo ed attivo e non vizioso alla europea, può guadagnare facendo contratti a metro cubo dalle 10 alle 15 lire al giorno.

Coniugi senza figli, ortolano e cuoca o cuoco e serva dalle 125 alle 175 lire al mese con alloggio e vitto. – Anche di questa classe di persone v’è gran richiesta.

Famiglie di coloni vengono occupate a condizioni vantaggiose ed interessate negli utili. – Vengono loro forniti il terreno, gli istrumenti, le sementi e gli animali.

Cuoche da 60 a 150 lire al mese con alloggio e vitto. Gran richiesta.

Serve da 60 a 80 lire al mese con alloggio e vitto. Gran richiesta.

Ragazzi dai 10 ai 16 anni dalle 30 alle 60 lire al mese con alloggio e vitto; gran richiesta.

Muratori dalle 6 alle 10 lire al giorno; gran richiesta.

Falegnami, sarti, calzolai dalle 5 alle 10 lire al giorno.

I prezzi poi de’ principali articoli di consumo

pel vitto sono i seguenti:

Un chil. di carne di vacca secondo la classe varia da 45 ai 63 c. di lira.

     »     »          montone        »          »          »          30 » 45 »     »

     »     »          di  pane         »          »          »          73 » 91 »     »

     »     di farina di frumento           »          »          »          33 » 51 »     »

     »     di grascia di vacca  »          »          »          70 » 95 »     »

     »     di riso                         »          »          »          45 » 76 »     »

     »     di patate                    »          »          »          10 » –   »     »

Un litro di latte 40 centesimi; di vino 75 centesimi; di petrolio 30 centesimi. – Questi prezzi si riferiscono alla città capitale dove come in tutte le capitali del mondo tutto è caro a cagione della gran massa di consumatori. – Nelle provincie ed in generale nella campagna i commestibili che produce il paese costano assai meno. – Ad ogni modo è proibito nella repubblica Argentina il morir di fame, ciò che non è in qualche luogo di questo mondo europeo.

                                                                     (Segue la fine).


(Conclusione e fine)

CONCLUSIONE.

Affinché un paese sia atto a ricevere buon contingente di popolo emigrante colla speranza di prospero avvenire deve avere questi caratteri: cedere a buon prezzo la terra da coltivarsi, aver bisogni grandi di braccia per i lavori agricoli con retribuzione giornaliera molto maggiore del paese natìo; un clima benigno e sano, il quale permetta all’emigrante di fermarsi lungo tempo nel suolo di sua scelta e continuarvi il suo genere di vita senza previa acclimatizzazione; una piena sicurezza delle persone e dei loro beni garantite da leggi e tribunali; tanta libertà di azione e di pensiero quanta almeno l’emigrante ha a casa sua; mezzi di comunicazione che permettano un facile commercio; facilità di soddisfare ai suoi bisogni religiosi; in una parola nel paese a cui si dirige il povero emigrante deve trovare uno stato d’incivilimento affatto analogo a quello in cui si trova nel paese che lascia.

Ora tutti questi caratteri, come fin qui vedemmo, riunisce in sommo grado la repubblica Argentina, toltone solo l’ultimo per mancanza o meglio scarsezza di sacerdoti cattolici. – Nei suoi pochi anni di vita indipendente questa repubblica passò a traverso una serie di interne convulsioni proprie di ogni paese, ma giunse felicemente a consolidarsi con la più perfetta delle moderne costituzioni. – Durante i torbidi interni de’ passati ultimi anni, ai quali pose termine trionfalmente l’attuale presidente tenente Generale Giulio Roca, gli immigranti, bisognosi di pace e di ordine, se ne stettero lontani da quella repubblica. – Le autorità stesse di quel paese intente incessantemente a soffocare una rivolta quà, a prevenirne un’altra là, non ebbero né tempo né volontà per occuparsi ampiamente degli interessi dell’immigrazione. – A questo vuolsi aggiungere la poca sicurezza avuta alle frontiere di fronte agli indiani selvaggi che ad ogni tratto invadevano commettendo atti vandalici sulle persone e sul bestiame.

Questo flagello della società e della repubblica fu soppresso dall’attuale presidente nella memoranda campagna compiuta nei mesi di aprile, maggio e giugno del 1870, la quale assicurò per sempre al suo autore un posto culminante nella storia argentina. Gli indiani sono ora rincantucciati nella Cordigliera patagonica sotto la vigilanza di truppe regolari che li tengono sempre d’occhio. Migliaia di leghe di campi furono strappate ai selvaggi; in essi viene ora allevato il bestiame, e l’industria agricola pure dà ottimi frutti; gran numero di prigionieri furono restituiti ai lari domestici umanizzati; le persone ed i beni sono garantiti da future aggressioni, e la ricchezza pubblica in pochi mesi ebbe un aumento di milioni di lire. Tali gli effetti dell’ardita spedizione del 1870. – Un’altra spedizione ma affatto opposta a questa intraprendono ora i benemeriti Salesiani, quella cioè di convertire al cristianesimo que’ poveri selvaggi, ma se la messe è pronta ed abbondante, ancora pochi sono gli operaii. Nella nostra miseria concorriamo anche noi all’aumento di questa salutare missione con frequenti preghiere e con qualche aiuto anche pecuniario in favore dei figli di Don Bosco. – Son essi che nelle frequenti loro traversate per le pianure argentine consolano con gli aiuti spirituali i nostri patriotti colà stanziati; dovere di gratitudine ed amor di patria dimandano il nostro obolo e le nostre preci.

Per questi antecedenti l’immigrazione nella repubblica dal 1870 al 1882 fu relativamente scarsa, avendosi un totale di 556 mila immigranti, con un medio annuo di 42 mila. – Ma ora le cose sono affatto cambiate. Il paese gode completa pace interna ed esterna e le autorità nazionali si occupano seriamente degli interessi dell’immigrazione proteggendola con efficaci modi. – Ond’è che all’Europa le genti possono perfino in massa fiduciosamente affluire a quelle ospitali spiagge sicure dell’avvenire.

Il clima è dei migliori conosciuti; la terra pel lavoro è molta e fertilissima con un prezzo buonissimo; la domanda di braccia pei bisogni agricoli è superiore all’offerta, e con ciò pegno sicuro di buoni salarii; la sicurezza delle persone e dei loro averi ben garantita; la libertà d’azione e di culto amplissima, e per riguardo ai mezzi di comunicazione, considerata la popolazione, pochi paesi al mondo ne sono superiori.

La repubblica Argentina adunque riunisce totalmente le condizioni necessarie ad un paese che voglia vantaggiosamente essere meta a grossa corrente di emigrazione europea. – L’emigrante italiano poi troverà in essa una seconda patria più facilmente degli altri, chè il popolo argentino ha comune con lui l’origine, il pensare e l’agire, e perfino la lingua del sì suona in tutte le città argentine assai frequente.

Ma….. e questo ma pesa assai….. Nella repubblica Argentina lungi da grossi centri è assai difficile l’assistenza del sacerdote cattolico. – E il nostro operaio uso a nascere, vivere e morire sempre accanto al prete, passato in America, sebbene tra l’abbondanza trova un vuoto che lo spaventa.

– Le parole evangeliche che cosa giova all’uomo il guardar tutto il mondo, se si perde l’anima udite tante volte con indifferenza a casa sua, là lo conturbano a ragione. Difficile è il vivere da buon cattolico senza l’istruzione ed i mezzi di salute che solo può dare il ministro di Dio. – È per questo che l’unica cosa desiderata in quelle pianure immense si è la veste nera; quella veste che presso di noi, diciamolo pure, da tanti liberalucci in sedicessimo è guardata con sogghigno sprezzante, e beffardo. Perciò finchè alcuni de’ nostri giovani sacerdoti, tratti solo dal bene de’ loro patriotti, non prendono pur essi l’aire per l’Argentina, non predichiamo tanto all’emigrazione per colà, e solo contentiamoci di avere fatto meglio conoscere il luogo ove salvarsi dalla fame per que’ poveri disgraziati che presso di noi non possono più vivere. Il buon Dio in questo caso benedirà egualmente alla loro determinazione e li salverà anche in tanta penuria di sacerdoti.

Sul finire ripeto una parola all’orecchio delle autorità del paese che spero non resti infruttuosa. È vero amor di patria l’interessarsi e molto dell’emigrazione a questa repubblica. Conosco famiglie e paesi che soddisfano ai pubblici gravosi balzelli con solo danaro argentino, che con lo stesso si liberarono da debiti e miserie, ed arrecarono il benessere in patria. – Si tuteli adunque l’emigrante in ogni incontro, ed i nostri consoli, che pur sono numerosi sulla linea da Genova a Buenos Ayres, sieno veramente qualchecosa di positivo per lui e non una parola senza senso. – Dixis se juvabit.

Soggetto produttore:"La Voce Cattolica" n. 106, n. 107, n. 108, n. 110, n. 111, n. 112, n. 113, n. 114 e n. 115
Data:13/09/1883, 15/09/1883, 18/09/1883, 22/09/1883, 25/09/1883, 27/09/1883, 29/09/1883, 02/10/1883, 04/10/1883
Pseudonimo:
Descrizione:Saggio statistico dedicato alla descrizione geopolitica, sociale ed economica della Repubblica Argentina, meta di emigrazione dal Trentino. Viene attribuito a Guetti poichè nella corrispondenza datata 25 novembre 1886 su “La Voce Cattolica” siglata R. afferma: “Tre anni fa in appendice alla Voce Cattolica veniva pubblicando alcuni dati statistici ed altre notizie utilissime a sapersi sulla Repubblica Argentina”.